Un respiro profondo, magari bastasse. Placare questo vento d'emozioni, raccogliere le idee, fermarsi a servirle su un vassoio di parole. Impresa ardua, dopo giovedi. Sempre poche, sempre riduttive. E allora le butto giù cosi, come fossero fiori raccolti da un giardino di flash, ricordi, sensazioni, frammenti e briciole di un evento eccezionale.
Il mio primo concerto di Pino Mango lo ricorderò come epicentro di una giornata straordinaria sotto tutti i punti di vista. Ogni particolare del prima e del dopo è lì, nella mente, immobile, come uno scoglio in mezzo al mare, inamovibile, forte, fiero.
Il prima. Un viaggio di quasi 5 ore, l'attesa, interminabile ma bellissima, davanti al cancello...chissà se tra tutta questa gente ci sarà qualcuno del forum! Le innumerevoli telefonate ad Annapaola che solo a pensarci rabbrividirà
e l'incanto dell'anfiteatro (che meraviglia) dopo che ero riuscita a sbagliare entrata e ad arrivare quasi per ultima nonostante fossi partita per prima...che disastro che sono, avrò pensato. Ed eccola Annapaola, ce l'abbiamo fatta, che liberazione! Ora non posso più chiamarti, però fammi entrare nella zona riservata! Non si può? Dai scavalco! "Davanti alla security, ma sei pazza?!" Si, abbastanza. Ma niente da fare, e allora mi sistemo sulle gradinate, "però dopo non scappare, voglio venire con te dietro le quinte!" - "No che non scappo, stai tranquilla". Anima in pace, a dopo, "ma quando arriva Monia chiamami, ok?". Ok, vado a sedermi. La posizione è centrale, secondo scalino dal basso, un posticino che una signora conosciuta fuori mi aveva gentilmente conservato...che fortuna. "Come stai?", mi chiedeva, di tanto in tanto. Intanto sul palco fermevano i preparativi, mentre qualche brano in sottofondo intratteneva la folla, che alla spicciolata continuava, senza frenesia, a sistemarsi sulle gradinate. Ecco Monia, ci presentiamo, “Ce l’hai fatta!” le dico, a dopo, a dopo. Ore 21.40, si spengono le luci. Il boato del pubblico, gli applausi, dalla sinistra un'ombra fa il suo ingresso sulla scena. Ci siamo...
…il dopo. Vado via, perdo il treno. Anzi no, torno indietro. Annapaola, dove sei? E giù altre 4-5 telefonate. Da Pino?! Sto venendo! Ma dove si dorme? Forse ad Ostia, se c’è posto, ma no, quasi quasi stiamo in giro fino al prossimo treno, alle 6. Ma sei pazza? Si, del tutto. Lui è li, a pochi metri da noi, ed io ho un sogno da realizzare. E allora aspettiamo. Nell’attesa, questa forse ancora più bella di quella del prima, conosco Ivana, Marianna, Andrea, Isabella, un “onorato del bis” Fioredelmondo, d.max, e ancora…le lancette scorrono veloci, o lente, non lo so. Ma scorrono, fino a fermarsi a quel banalissimo ma spontaneo “Ciao Pino, io sono Norma, piacere!” – “Ciao”, un sorriso e 2 baci dolcissimi…felicità. E i due autografi, uno sulla cartolina e uno sul biglietto (su consiglio di Fiore
) e via. Aspè ma…la foto! Mi sono dimenticata! Eh no, senza foto non me ne vado! Torno indietro, “Pino, la foto!”, lui ride, io non ci sto dentro dall’emozione. E via, questa volta davvero. Via tutti insieme, tra qualche verso canticchiato in allegria, tante risate, scambi di opinioni e un sorriso comune stampato in viso.
In mezzo, la magia. Una penna e un foglio per scrivere la scaletta, scrivere il più in fretta possibile, veloce, veloce, lui è li ed io non posso distrarre lo sguardo. Le telefonate a Daniela (e non solo) per condividere lo stupore e la gioia di quegli attimi irripetibili. La mia vicina che ogni tanto si sincerava del mio stato emozionale, quel cercare di catturare ogni istante, ogni piccolo movimento, ogni briciola di uno spettacolo per me indescrivibile da un punto di vista logico e astratto. Troppa l’emozione, immutate le sensazioni, un sogno realizzato, tanti amici conosciuti, il divertimento e la pazzia di una serata da incorniciare. E stasera, proprio stasera, sarà ancora magia, sarà ancora Pino Mango. "Annapà, ma tu vieni? Vedi che se non vieni ti chiamo!"