Dopo l'esplosione del Vesuvio del 79 d.C. e il terremoto di Messina del 1908, ci fu l'esplosione dell'Augusteo del 9 marzo 2009
Ero sicura che questo sarebbe stato un SuperConcerto, di quelli che ti ricordi com'eri vestita, cosa avevi mangiato a pranzo e che avevi sognato la notte.
Un'esplosione di entusiasmo ha accolto Pino già prima del suo ingresso.
Un teatro traboccante, di persone e di emozioni.
Palloncini, coriandoli, sorrisi, abbracci e lacrime di commozione.
Amici di sempre, amici di poche volte e amici di quasi mai.
E, al di là di ogni umana imitazione, la Sua Voce.
Voce calda e sommessa, sussurrata e gridata, sensuale e disperata, parlata, cantata, disegnata sul cuore di ciascuno, scivolata nell'anima di tutti, scolpita nella mente a futura e indelebile memoria.
Ogni canzone l'ho sentita per la prima volta: sfumature nuove, tonalità diverse, "deviazioni" straordinarie....come fai a spiegare che la scaletta è sempre quella, lo scenario anche, i musicisti pure, e ti pare di vivere un'esperienza mai vissuta?
E cosa potrei mai dire dell'emozione provata mentre ho ascoltato con occhi e cuore spalancati metà di "Dicitincello vuje", in un'interpretazione da fare invidia ai migliori cantanti partenopei?
Forma smagliante e sicurezza del prorpio talento hanno reso questa serata davvero inimitabile.
Forse perchè qui la temperatura emozionale è sempre al di sopra della norma?
Forse perchè eravamo una folla di fans?
O forse è il fantastico connubio tra il calore di un pubblico estasiato e le Sue straordinarie doti interpretative.
Non ho avuto modo di salutarlo prima del concerto perchè le prove non sono state fatte a causa del traffico.
E alla fine del concerto ho salutato i mie compagni di viaggio e sono andata via subito.
Non so se abbia accolto i fans, non l'ho chiesto e nemmeno pensato: sono talmente piena della Sua Meraviglia, che niente avrebbe potuto aggiungere nemmeno un colore all'arcobaleno che mi porto dentro stanotte.
Mi basta l'ultima immagine che ho fotografato nel cuore di questa serata: le Sue lacrime miste ai saluti, dense di commozione e di gratitudine verso un pubblico che stasera gli ha regalato almeno ciò che Lui ha regalato a noi.
Grazie.
Annapaola