E' incredibile come ogni volta dopo un concerto io riesca a rimanere senza parole.... ogni volta le emozioni si accavallano, si sovrappongono, fanno ampi girotondi nel mio cuore, capriole nell'anima, volteggi nella testa e mi lasciano lì senza fiato... appagata eppure sempre con quella sete che l'ultima nota si protragga ancora, ancora, ancora... senza mai fine.
L'eco di tutti i colori, i suoni, le parole, gli abbracci, i baci, i sorrisi, i volti, le mani, gli occhi di chi ho rivisto e di coloro di cui finalmente ho potuto godere del contatto a pelle sono ancora indelebili qui nella mia mente ad accompagnarmi con il calore con cui solo il sole di una giornata limpida e luminosa come quella di ieri può competere.
Il teatro era perfetto, come già ho avuto modo di ammirare e di godere della sua acustica più volte nel cuore della mia città. Ma stavolta la bellezza architettonica e la funzionalità si sono sposate alla voce vibrante, alle movenze, al suono di un Grande, sempre, ogni volta capace di stupire e ammaliare, trascinare e confondere... sorprendere.
Arriva dal fondo di un teatro pieno in ogni ordine di posto, tutto lì per Lui, le note della splendida canzone dei Massive Attack "Teardrop", le parole che intanto compaiono tradotte su una tela che si srotola dal fondo del palco che lo attende in penombra: "l'acqua è il mio occhio".... e lui che da spessore con tonalità già coinvolgenti dentro "Love, love is a verb. Love is a doing word. Fearless on my breath”.
E lui che sale l piccola scala che lo separa dal palcoscenico, termina il pezzo e poi spiega e si dilunga sulla bellezza del testo di quello speciale introdurci nel suo Mondo.
Un Mondo tutto suo, tutto nostro, sinergie che si avviluppano, si tendono verso alte sfere d’infinito, si smorzano e si rialzano, si traducono in assoli di chitarra, in note di tastiera, in colpi di batteria.. e la sua voce.. cos’è la sua Voce?
Mi porta “Nella mia città”, quella che l’ha accolto a braccia aperte quella sera dopo molti, troppi anni in un contesto che ha della Favola… Poi “Mediterraneo”, la nuova e tutta da ascoltare “Contro tutti i pronostici”, si continua con “La stagione dell'amore”, la riarrangiata “Cuore”, “Come l'acqua” nella veste zigana che più adoro, la mitica “Love” di John Lennon, l’inaspettata e toccante “Sorprenderò l'immenso”, la nuovissima “E poi di nuovo la notte”.
E che dire de “L'attesa” con Pino alla chitarra accompagnato da Carlo De Bei? Sogno inespresso e silenzioso che si è fatto realtà palpabile, così come “Mia madre”, un pezzo di Storia che vibra di eterno… Poi le intramontabili “Lei verrà”, “La Rosa dell'inverno” nello stesso arrangiamento del precedente Tour, “Ti porto in Africa”, “Oro” cantata con tutto il pubblico di Verona, “Sirtaki” che lo ha visto interpretarla in mezzo alla platea circondato dall’oro delle balconate e dal velluto rosso della struttura, nonché dalla folla in rapita partecipazione, “Come Monna Lisa”, “Amore per te”, “Bella d'estate”…
L’intramezzo di “Gli amori son finestre” per la prima volta in musica me l’ha fatta ancora apprezzare per la poesia ma non mi ha ancora convinta per la melodia.
Il finale con "La rondine" è tripudio, a ballare con Nadia, Cosetta e Monia lì davanti a Lui. E i suoi occhi su di noi..
Che dire? Sono ancora sulla nuvola del post-concerto.
E il bello è che domani sera si replica a Milano…
Un saluto speciale a Cosetta, Nadia, Tommaso, Monia, Cinzia, Lorella…
E un abbraccio speciale a Leonardo e Carla con cui ci siamo trattenuti in compagnia dopo il concerto…
Semplicemente grazie…
L'eco di tutti i colori, i suoni, le parole, gli abbracci, i baci, i sorrisi, i volti, le mani, gli occhi di chi ho rivisto e di coloro di cui finalmente ho potuto godere del contatto a pelle sono ancora indelebili qui nella mia mente ad accompagnarmi con il calore con cui solo il sole di una giornata limpida e luminosa come quella di ieri può competere.
Il teatro era perfetto, come già ho avuto modo di ammirare e di godere della sua acustica più volte nel cuore della mia città. Ma stavolta la bellezza architettonica e la funzionalità si sono sposate alla voce vibrante, alle movenze, al suono di un Grande, sempre, ogni volta capace di stupire e ammaliare, trascinare e confondere... sorprendere.
Arriva dal fondo di un teatro pieno in ogni ordine di posto, tutto lì per Lui, le note della splendida canzone dei Massive Attack "Teardrop", le parole che intanto compaiono tradotte su una tela che si srotola dal fondo del palco che lo attende in penombra: "l'acqua è il mio occhio".... e lui che da spessore con tonalità già coinvolgenti dentro "Love, love is a verb. Love is a doing word. Fearless on my breath”.
E lui che sale l piccola scala che lo separa dal palcoscenico, termina il pezzo e poi spiega e si dilunga sulla bellezza del testo di quello speciale introdurci nel suo Mondo.
Un Mondo tutto suo, tutto nostro, sinergie che si avviluppano, si tendono verso alte sfere d’infinito, si smorzano e si rialzano, si traducono in assoli di chitarra, in note di tastiera, in colpi di batteria.. e la sua voce.. cos’è la sua Voce?
Mi porta “Nella mia città”, quella che l’ha accolto a braccia aperte quella sera dopo molti, troppi anni in un contesto che ha della Favola… Poi “Mediterraneo”, la nuova e tutta da ascoltare “Contro tutti i pronostici”, si continua con “La stagione dell'amore”, la riarrangiata “Cuore”, “Come l'acqua” nella veste zigana che più adoro, la mitica “Love” di John Lennon, l’inaspettata e toccante “Sorprenderò l'immenso”, la nuovissima “E poi di nuovo la notte”.
E che dire de “L'attesa” con Pino alla chitarra accompagnato da Carlo De Bei? Sogno inespresso e silenzioso che si è fatto realtà palpabile, così come “Mia madre”, un pezzo di Storia che vibra di eterno… Poi le intramontabili “Lei verrà”, “La Rosa dell'inverno” nello stesso arrangiamento del precedente Tour, “Ti porto in Africa”, “Oro” cantata con tutto il pubblico di Verona, “Sirtaki” che lo ha visto interpretarla in mezzo alla platea circondato dall’oro delle balconate e dal velluto rosso della struttura, nonché dalla folla in rapita partecipazione, “Come Monna Lisa”, “Amore per te”, “Bella d'estate”…
L’intramezzo di “Gli amori son finestre” per la prima volta in musica me l’ha fatta ancora apprezzare per la poesia ma non mi ha ancora convinta per la melodia.
Il finale con "La rondine" è tripudio, a ballare con Nadia, Cosetta e Monia lì davanti a Lui. E i suoi occhi su di noi..
Che dire? Sono ancora sulla nuvola del post-concerto.
E il bello è che domani sera si replica a Milano…
Un saluto speciale a Cosetta, Nadia, Tommaso, Monia, Cinzia, Lorella…
E un abbraccio speciale a Leonardo e Carla con cui ci siamo trattenuti in compagnia dopo il concerto…
Semplicemente grazie…