Meraviglioso concerto ieri sera a Jesi. Pino riposato e in ottima forma, con una voce perfetta, ha dato vita ad uno dei più bei concerti visti da me finora.
Il teatro Pergolesi non era molto grande, ma comunque pieno di gente entusiasta e calorosa, questi due fatti hanno contribuito a creare un’atmosfera intima quasi familiare.
Oltre a cantare meravigliosamente, Pino ha anche parlato parecchio col pubblico, ha spiegato ad esempio come nascono a volte in modo strano le canzoni; magari ha una particolare ispirazione che gli fa scrivere una strofa, ma poi non sempre si riesce a sviluppare il resto, a volte ci vogliono dei mesi o addirittura il brano incompleto può rimanere in fondo al cassetto per anni, anche per dieci anni, quando all’improvviso quella emozione torna di nuovo alla luce e viene in mente la parte mancante come a conclusione di un discorso e il brano può allora essere completato; altre volte invece con pochissimo tempo nasce la canzone, si forma così, quasi da sé, basta avere a portata di mano un pianoforte…come è accaduto per “E poi di nuovo la notte”, nata e scritta in un tempo molto breve come la sua durata, cinque minuti… dopo aver spiegato questa cosa inizia a cantare questa emozione in un modo così intenso da brividi… da lasciare tutti senza fiato!
Dice poi Pino che le canzoni malinconiche sono sempre le più belle ed è vero!
Immensa emozione anche per “Mia madre”, pur con questo arrangiamento più ritmato rispetto all’arrangiamento originale, è sempre un brano infinitamente intenso e commovente, tanto che ho fatto fatica ad entrare poi nell’atmosfera di “Oro”, tanto ero ancora coinvolta dalle emozioni del brano precedente che continuavano a commuovermi anche dopo il termine della canzone.
Altra grande emozione “Gli amori son finestre”, bellissima davvero, con un secondo ascolto l’ho assimilata in pieno ed è diventata una delle mie preferite.
Molto piacevole poi all’una di notte stare a passeggiare davanti la piazza del teatro, con la luna quasi piena nel cielo e un’aria tiepida tipica primaverile ad aspettare che uscisse Pino per dargli un ultimo saluto a conclusione di una serata indimenticabile condivisa con le mie care amiche.
Grazie di tutto caro Pino, col cuore!
Cinzia
Il teatro Pergolesi non era molto grande, ma comunque pieno di gente entusiasta e calorosa, questi due fatti hanno contribuito a creare un’atmosfera intima quasi familiare.
Oltre a cantare meravigliosamente, Pino ha anche parlato parecchio col pubblico, ha spiegato ad esempio come nascono a volte in modo strano le canzoni; magari ha una particolare ispirazione che gli fa scrivere una strofa, ma poi non sempre si riesce a sviluppare il resto, a volte ci vogliono dei mesi o addirittura il brano incompleto può rimanere in fondo al cassetto per anni, anche per dieci anni, quando all’improvviso quella emozione torna di nuovo alla luce e viene in mente la parte mancante come a conclusione di un discorso e il brano può allora essere completato; altre volte invece con pochissimo tempo nasce la canzone, si forma così, quasi da sé, basta avere a portata di mano un pianoforte…come è accaduto per “E poi di nuovo la notte”, nata e scritta in un tempo molto breve come la sua durata, cinque minuti… dopo aver spiegato questa cosa inizia a cantare questa emozione in un modo così intenso da brividi… da lasciare tutti senza fiato!
Dice poi Pino che le canzoni malinconiche sono sempre le più belle ed è vero!
Immensa emozione anche per “Mia madre”, pur con questo arrangiamento più ritmato rispetto all’arrangiamento originale, è sempre un brano infinitamente intenso e commovente, tanto che ho fatto fatica ad entrare poi nell’atmosfera di “Oro”, tanto ero ancora coinvolta dalle emozioni del brano precedente che continuavano a commuovermi anche dopo il termine della canzone.
Altra grande emozione “Gli amori son finestre”, bellissima davvero, con un secondo ascolto l’ho assimilata in pieno ed è diventata una delle mie preferite.
Molto piacevole poi all’una di notte stare a passeggiare davanti la piazza del teatro, con la luna quasi piena nel cielo e un’aria tiepida tipica primaverile ad aspettare che uscisse Pino per dargli un ultimo saluto a conclusione di una serata indimenticabile condivisa con le mie care amiche.
Grazie di tutto caro Pino, col cuore!
Cinzia