Quando è cominciata a trapelare la voce di un concerto su base acustica, la notizia mi ha lasciata alquanto perplessa, poiché la grandezza dei concerti di Pino sta, a mio parere, oltre che nella sua impareggiabile voce, anche nella sapienza e nell'accuratezza degli arrangiamenti.
Ho portato con me, quindi, un certo scetticismo e una buona dose di delusione, anche se accompagnata dall'entusiasmo di sempre: Pino resta e resterà sempre l'Artista che amo di più in assoluto, senza necessariamente condividere incondizionatamente le sue scelte.
Lo spettacolo è stato superbo, elegante e raffinato, ma personalmente ho avvertito molto l'assenza dei bassi, della batteria, dei cori, insomma di tutta la splendida cornice che ha reso ogni concerto di Pino un quadro unico e inimitabile, anche se devo aggiungere che sia Rocco che Carlo hanno saputo tessere delle trame favolose con il tessuto impareggiabile di una voce che sa scalare vette che sfiorano il cielo.
Miracoli di tastiere, chitarre e voce hanno saputo farmi riemergere dall'iniziale diffidenza verso un genere di musica che non amo particolarmente, sottolineando anche e soprattutto il suo coraggio di mettersi continuamente in gioco, di sfidare il gusto della maggioranza, di cambiare l'abito di canzoni che hanno fatto la sua storia.
In fondo un Artista vero non deve seguire le mode né i gusti del pubblico, ma soltanto la propria ispirazione e le proprie emozioni, mettendo in conto anche eventuali critiche e/o malcontenti.
Certamente ascoltare Amore per te senza la cornice che me ne ha fatto innamorare al primo ascolto, mi ha lasciato un po’ di delusione, così come una rondine rallentata e una Giulietta completamente stravolta.
E’ stato bello.
Ma non c’è stato quel battito in più che disordina il cuore, e non si sono inumiditi gli occhi per quella nostalgia immediata che chiude il sipario.
Ma l’anima ha tremato sulla fine delle poesie, oscillando sulle onde di ricordi incancellabili, trasportata lì dove si ferma il cuore. E mi sono sentita a casa. Finalmente.

Annapaola