Settore in cui ci si incontra per rievocare i particolari tecnici e musicali, le emozioni e le suggestioni vissute nelle tournèe del passato.
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Buongiorno a tutti, mi presento, Daniele Piovani, cantante e musicista del duo musicale dani e dani, Milano.
Non scrivo molto nei forum, e questo è il mio primo messaggio all'interno del MangoForum.
Premetto che sono un fan di Pino da sempre e come mio unico riferimento vocale, c'è lui e solo la sua immensa vocalità.
Sono stato ieri sera al concerto di Mango al teatro Smeraldo, concerto da molti indicato come deludente ( in altri siti ) e da altri strano, da altri ancora poco accattivante etc... bene, ero molto ansioso di ascoltare questo evento, perchè era cosi enigmatico rispetto altri concerti che avevo visto di Mango, rigorosamente con l'intera band al completo.
Mi sono permesso di scrivere quindi i miei pensieri su questo concerto per fare chiarezza una volta per tutte, essendo un addetto ai lavori, spero di poter permettermi tale privilegio.
Incominciamo con lo smentire assolutamente chi parla e definisce il concerto "acustico", no, lo spettacolo è semiacustico se vogliamo, riarrangiato con l'uso della tecnologia, chitarre, tappetti di violini, sintetizzatori, effettistica, in alcuni casi, basso acustico. C'è un grande lavoro dietro, una preparazione che probabilmente ha richiesto molto tempo e fatica, e credetemi, cantare in quel modo e per cosi tanto tempo (Mango ieri sera ha iniziato alle 21.15 e ha terminato a mezzanotte! ) non è facile, la fatica è doppia, la voce si stanca di più e la responsabilità è tripla ( il minimo errore si paga perchè si sente tutto in maniera più netta...chi è stato al concerto sa a cosa mi sto riferendo...ma è bello anche questo no?).
Smentisco assolutamente chi definisce "chitarra di de Bei che non si capisce"...Ragazzi spero che state scherzando, il chitarrista di ieri sera è stato assolutamente eccezionale nei suoni e nelle esecuzioni, non ha sbagliato nulla ed è stato grande protagonista al pari del cantante, un suono di chitarra pulito e bello, emozioni e chitarre spagnoleggianti con suoni ripeto idonei al tipo di concerto, bravissimo Carlo.
Tappeti di violini ed effetti tecnologici stupendi, sempre delicati e mai invasivi, è stato davvero un piacere ascoltare questo spettacolo e vi dò un consiglio a tutti, andateci e di corsa perchè non vi capiterà più!
Molti scrivono che non c'è la botta della ritmica, non c'è lo stesso impatto, ovvio che con la band al completo è un'altra cosa, brani come La Rondine, Bella d'estate, Come Monnalisa etc. vengono ricreati in maniera molto più intima e delicata e per qualcuno può essere difficile accetare questo ma almeno per me è stato emozionante e assolutamente superbo ogni arrangiamento fatto, e poi Mango, che dire, ieri sera ha dato tutto e noi abbiamo dato a lui spero, io ero in sesta fila e me lo sono goduto tutto ... ragazzi che voce, che vocalizzi, che sicurezza e che padronanza, il suo strumento musicale era il completamento della band...pazzesco.
Per concludere sono stracontento di aver vissuto tale concerto, che definisco unico, maestoso, emozionate, spagnoleggiante, arabeggiante in molte circostanze e assolutamente coinvolgente, la cosa più bella che mi rimane è proprio uscire dal teatro e realizzare che Mango è riuscito a creare uno spettacolo unplugged non monotono e non noioso, cosa molto facile quando si azzarda una cosa del genere, bello veramente e complimenti per aver dato tutto te stesso ieri sera, ciao a tutti...( la mia preferita di ieri è stata LA SPOSA ).

DANIELE PIOVANI - DUO MUSICALE DANI E DANI - MILANO
http://www.danidani.it
Riporto il messaggio che avevo scritto in un altro post aggiungendo un po' di cose :wink:

Eccomi ieri il concerto è stato fantastico!! Devo confessare che avevo un po' di timori alcune canzoni le riconoscevo altre proprio no solo quando iniziava a cantarle!!
Bellissima Eccoti Folle d'Amore!!!! Devo dire che questa versione mi piace tanto forse meglio dell'originale!!!!!
Del nuovo album ha eseguito Il rifugio La terra degli Aquiloni Dignitose arrendevolezze e La Sposa (forse mi sono anche dimenticata qualche brano)
Lei verrà con no woman no cry alla fine della canzone stupenda!!!!!!!!!
Ha eseguito anche La rondine stavolta per penultima!!! Bellissima anche questa esecuzione!!
Pino in forma splendida la voce la usa come strumento (lo faceva lo stesso prima) ma qui è più in evidenza!!!!!!
Mi ha convinto meno invece la versione di Bella D'estate (cantata come ultima canzone del concerto) (mi sa però che è una questione di mio gusto musicale non me ne vogliate )
Il concerto lo promuovo a pieni voti!!!!!
Promomuovo questo bel terzetto (Rocco Carlo e Pino) che per i teatri va benissimo perchè è un'atmosfera intima per le piazze direi di fare tornare la band al completo!!!!

Motivo la mia perplessità su bella d'estate per il fatto che non mi piace la chitarra di Carlo stile flamenco aveva allora un senso cantarla in spagnolo e non in italiano!! Quella chitarra flamencata andava bene per passo flamenco allora li la giustificavo!!
Ovviamente questo è un mio gusto musicale e non voglio influenzare nessuno ma sono abituata a dire tutto anche le cose meno belle!! :wink:

Dimenticavo bella versione della fine delle poesie :D
Sicuramente questo è un concerto che fa discutere 8) e ci può stare perchè è veramente completamente diverso da tutto ciò che eravamo abituati a sentire.
E pure noi che seguiamo Pino da anni, ieri sera abbiamo discusso abbondantemente!
Per cui io esprimo la mia personale opinione, che forse non coincide con i gusti di alcuni.
Io posso solo dire che è stato meraviglioso!
Sopra ogni cosa la sua voce, che era il terzo strumento, di una potenza quasi mai fino ad ora.
Precisa, accurata, studiata nei minimi dettagli.... e concordo che due ora abbondanti in cui la voce è messa in gioco continuamente non è cosa da poco.
Secondo la chitarra di Carlo, che con Pino ha sempre un'intesa pazzesca.
trovo incredibile come chitarra e voce più e più volte sembravano come un'unica cosa.
E anche questo è frutto di passione ma anche di studio accurato immagino.
Poi certo che a tratti si sentiva la mancanza della batteria, specie in alcuni brani che eravamo abituati a sentire in un certo modo.
E poi ho trovato molto particolare l'interpretazione, come se Pino volesse più possibile rendere essenziali i brani ed andarne a cogliere i tratti più intimi.
Forse è anche un concerto da ascoltare e rivivere o comunque da non perdere proprio per la sua eccezionale innovazione.
A tratti è più intimo, richiede un ascolto più pacato ed attento, ma fatto sta che alla fine è venuto giù il teatro, e i nostri tre hanno faticato a lasciare il palco :shock:

Angela
Daniele leggerti è stata una gran consolazione! Finalmente uno concorde con quello che penso io e che ha l'orecchio che funziona bene! Quando ho letto che "la chitarra di Carlo non si capisce" stavo per vomitare (a certe persone consiglierei di fare un giretto da Amplifon) o quando cercavo di spiegare che NON è un concerto acustico ho detto le stesse e identiche cose! aaaaaaaaaaaaah finalmente un orecchio allenato e attento!!! Che bellezza!!!

Aspetto il primo dicembre per bissare :)

Maura
grazie Maura della risposta,
credimi io non scrivo mai nei forum, se lo faccio è solo per fare chiarezza su alcune cose non vere, caspita davvero assurde, il problema è che poi la gente ci può anche credere e questo non va bene.

Io sono cantante e chitarrista, se fossi in alcune persone starei bene attento prima di scrivere boiate su suoni etc. a meno che queste persone non abbiano sbagliato evento, beh allora ok...

Scherzi a parte mi fa piacere che condividi le mie sensazioni e idee sul concerto di ieri sera, ci tengo a ribadire che io sono si un fan, ma anche molto critico quando una cosa non mi piace, ieri sera invece è stato tutto formidabile, le critiche sono accettabili quando costruttive e con un pò di senso logico no?

Ciao a tutti
io sono sempre più convinta che un Artista va capito oltre che ascoltato........
sicuramente è una dimensione molto diversa dagl'altri concerti (evviva Iddio se c'è ancora chi ha voglia di mettere a nudo le proprie propensioni!) e sicuramente questo tour farà parlare.
Carlo è stato fantastico,Rocco lo è stato altrettanto e Pino è stato un eccellente "direttore" di emozioni e non solo( a volte stoppava musica e applausi del teatro,quando arrivavano in momenti "delicati") tutto e tutti era al "servizio" della sua Voce e che Voce!(sempre più ricca e calda e anche lei al servizio del suo Artista) e siamo arrivati alla fine (come già sottolineato da Angela) che i nostri tre si sono attardati sul palco per i saluti finali con gli occhi lucidi e luminosi faticando a lasciarlo e noi a lasciare loro.
E' stato un viaggio,per me, bello,intimo e travagliato per quelle emozioni che non volevano rimanere dentro e che, sù certe canzoni, sono scivolate fuori prepotentemente:
Da lasciare senza fiato la fine delle poesie con una chiusura in crescendo,ma a dire il vero ogni pezzo è rivisitato da lasciare stupiti e con una storia a sè,se pur concatenata perfettamente una all'altra tanto da scivolare il tutto velocemente.
Ora sono qui frastornata a godermi i momenti di ieri con il gusto di aver assistito a qualcosa di insolito come a delle aurore boreali piene di luce e fascino!
:o
antonella
Ho letto attentamente tutti i commenti, fa piacere leggere anche quelli di persone che, se pure estimatori di Pino, sono musicisti, cantanti e quindi possono dare anche un parere tecnico, oltre che puramente emozionale....
Io da profana, dato che non sono musicista, baso tutto sulle emozioni e condivido il pensiero di Antonella, che un artista va prima capito e poi ascoltato, altrimenti è come ascoltare una musica senza sapere da dove viene o da chi viene.
Sicuramente la scelta che ha fatto Pino per questo tour non è delle più facili, ma essendo stata anche l'altra sera al concerto di Padova, ancora una volta posso dire di aver vissuto emozioni incredibili, che mi hanno lasciato un segno, molto più di altre volte!!
Nell'introdurre il brano di Gaber, Pino fra le altre cose ha detto che non si deve per forza sempre ridere, ma è importante anche pensare qualche volta...
In un paio di brani prima di iniziare, ha detto che voleva dire qualcosa per introdurli ma poi aveva cambiato idea e preferiva non dire niente, questo significa che tutto è basato sull'emozione del momento che va al di là di schemi precostituiti.
Durante le prove (mi riferisco sempre a Padova), ha parlato della sua amarezza per la crisi della discografia e io ho colto questa amarezza nel parlarne, perchè un artista come lui che ci mette veramente l'anima in quello che fa, capisco come possa sentirsi in questi tempi!
Io credo che sia un regalo bellissimo quello di un artista che rinnova completamente il suo modo di proporsi al suo pubblico e decide di renderlo partecipe di un qualcosa di così profondo, proponendo i brani in un modo così particolare e molto più "intimo"....
Per me, è come quando vuoi far sentire una cosa nuova e la prima persona che ti viene in mente è un tuo amico, qualcuno che sai che può capirti e condividere questa cosa con te...
Per questo dicevo che è giusto dire che prima l'artista va capito e poi non sarà difficile seguirne il volo!
Dany
Sono andato a vedere il concerto di Pino a Milano e sono rimasto sorpreso dalla decisione che ha preso nell'esibirsi sul palcoscenico solo con Rocco Petruzzi e Carlo de Bei. Premetto che sono un amante della buona musica e che mi piace ascoltare, quando guardo un concerto, all'unisono il suono di tutti gli strumenti anche quello che proviene dall'ugola dell'artista. Per quanto riguarda la scelta di Mango per questo suo ultimo lavoro, se proprio devo dare un voto personale, questo è appena sufficiente perché non adoro i concerti unplugged. In questo concerto Mango ha, si messo in risalto la sua splendida voce e le doti di musicista di Rocco e Carlo, ma ha tralasciato, secondo me la vera essenza della musica che contraddistingue il suo inconfondibile stile. Sono dell'opinione che i cambiamenti volti a voler migliorare dando qualcosa di diverso, devono essere allo stesso tempo non lontani da quello che originariamente hanno portato al successo. L'ascoltare canzoni come "giulietta","la rondine", "bella d'estate", "lei verrà" ecc... presentate come segno di un cambiamento volto a ridurre il pubblico ad una cerchia ristretta di pochi eletti con un palato musicale che solo pochi possono comprendere, trovo che sia riduttivo per un'artista come Mango. Avrei preferito ascoltare quelle interpretazioni all'interno di un contesto musicale completo tale da trasformarle in perle incastonate in un universo di pienezza musicale. Sicuramente in questo modo le avrei apprezzate molto, ma molto di più. Approvo a pieno la pagella di fabio sul lavoro "la terra degli aquiloni".
L’arrivo a Milano è stato abbraccio con gli amici di sempre, di Torino e non solo, un bagno di affetto e sorrisi; mentre l’ingresso alle prove è stato l’abbraccio con il palcoscenico già vibrante di note e la disponibilità di Pino, anche se questa poteva essere accolta meglio dall’esiguo numero dei fedelissimi presenti, a mio avviso per un più vasto scambio di domande e discorsi di quanto non si sia fatto in realtà, sprecata dalla preoccupazione di alcuni di ottenere l’ennesima foto.
Un Pino comunque sorridente e in gran forma, che prometteva già uno spettacolo ininquadrabile, solleticando curiosità e aspettativa già da quei primi approcci nel back stage, nella perfetta sintonia con i soli Carlo e Rocco.
E quando lo spettacolo è iniziato e le luci si sono spente e si sono accesi i riflettori su un Teatro Smeraldo gremito in ogni settore, i brividi sono calati sulla pelle .
“Se mi sfiori con la luna cado spento verso te”…. e già “cadevo d’amore”, letteralmente rapita da quella voce fuori campo visivo così calda, così vibrante, così trascinante nell’intimo di un sentire profondo. Una perla da me sempre amata, e donata così come un fiore delicato dalle mani sapienti di un Petruzzi trasognato alla tastiera e un Pino chiaramente trasportato nella sua più sua, calzante, assoluta dimensione di toni e cuore.
Poi la sua voce si faceva saluto alla platea e alle gallerie silenziose ed estasiate, parole sincere e aperte con cui ci introduceva a un tour pensato in sfera più intima, più comunicativa di un sentire che potesse passare per una via diretta, da anima a anima, da lui a noi e ritorno. In un cerchio del cuore.
E alcune “emozioni” sono arrivate dritte nel punto più rosso e scoperto del cuore, una “Mediterraneo” mai sentita così e assaporata ad occhi chiusi e dita vaganti nell’aria ad afferrare fino all’ultimo suono; “La rosa dell’inverno” così calda e perfetta, da lacrime agli occhi; “La fine delle poesie”, completamente inattesa e celebrata così splendidamente da far scordare addirittura quella originale.
Un Carlo così non l’avevo visto mai, presente su ogni corda delle sue chitarre come fosse l’ultimo accordo della vita, la seconda vera “voce” sposata alla perfezione a quella incredibile, piena, altissima, di Pino, che chiedeva pause a un Rocco straordinario, fermava applausi a un pubblico a volte troppo impaziente, chiedeva spazio, trovava nuove vette.
L’incanto però a mio parere non ha funzionato alla perfezione con tutti i brani “storici”, quelli che, si è sempre affermato, non si possono non fare perché gemme incastonate nella storia della musica.
Che fatto salvo per “Come Monalisa” , ancora una volta duttile dopo che nello scorso tour la chiave rock l’ha rivestita di nuova luce, in questo caso imperlata di uno struggimento senza eguali; “Lei verrà” al pianoforte e con l’appendice di un “No woman no cry” solo voce coinvolgente l’intero teatro; e “Amore per te” che ha conosciuto il velo di un’essenza spogliata e assoluta; altre non hanno brillato e trascinato al pari di un’esecuzione con la band al completo, come “La rondine”, o “nota di coda” al concerto, una “Bella d’estate” in chiave flamenco poco convincente.
In ombra poi il nuovo album che dà titolo al Tour, che a parte il “Rifugio” eseguita in ritmo tribale e superbo, e “Il pazzo” già consono alla dimensione “acustica”, ha lasciato un po’ straniti con una “Dignitose arrendevolezze” ancora più complicata da seguire in suoni violenti della chitarra di Carlo e dell’ukulele di Pino e da parole poco “chiare” anche a Pino che faticava a rammentarne il testo; nonché “La terra degli aquiloni” che ho trovato personalmente un po’ “spenta”. Profonda la mancanza di "Dove ti perdo" ad esempio, vera perla dell'album.
Il tripudio finale comunque c’è stato. A fatica il trio è riuscito a lasciare il palcoscenico per un continuo acclamare del pubblico e uno scroscio impetuoso di applausi.
E anch’io non mi decidevo a fermare le mani manifestanti tutta l’emozione sentita e provata.
Un concerto che forse bisognerebbe rivivere per ricredersi forse di un primo ascolto a volte un po’ dubbioso (e se non avessero annullato le date di Verona e Mantova sicuramente ne avrei usufruito).
Ma che mi lascia l’idea che andava ancora più “estremizzato”, tralasciando certi pezzi storici per sceglierne altri che sarebbero stati più adatti e significativi…
“impopolarità” per “impopolarità” avrei osato ancora di più….
Io penso che un Artista che si mette in gioco, come Pino sta facendo in questo momento, sia solo da ammirare.
E' troppo semplice proporre i soliti evergreen per fare un tutto esaurito.
A me , ad es, annoierebbe a morte.
Lui non è per nulla scontato, prevedibile, ripetitivo: questo lo sappiamo
E possimo inquadrare Pino in un genere musicale? no impossibile!
Quante volte ha plasmato dei brani in molteplici versioni, secondo l'idea del momento. Anzi a volte mi stupisco persino di come si possano fare delle modifiche ad un pezzo tanto da cambiarne persino l'emozione che se ne percepisce, e farti scordare persino dell'originale come dice Serena.
Come dicevo a Milano io devo confessare che Giulietta putroppo è un brano che io non ho mai amato. Non saprei spiegarne il motivo ma non mi trasmetteva nulla. Questa è una sensazione assolutamente personale e non vuol essere una critica all'autore.
Però ascoltando già nelle prove questa nuova interpretazione vi ho colto qualche cosa che mai avevo percepito prima, una interiorità, una tenerezza, non saprei spiegare, ma comunque un'emozione imprevista: e questo mi ha stupita ed affascinata!
Che dire de "la fine delle poesie": brano già bellissimo di suo ma che in questa versione diventa qualche cosa di indescrivibile
Ecco perchè io amo Pino e la sua musica da sempre: per questa imprevedibilità. per questa sua capacità di prenderti "per i capelli" e farti volare verso nuove emozioni, impreviste, magari difficili da comprendere ma comunque che ti scuotono ed arrivano, proprio li dove devono arrivare
Per sentire sempre le solite cose, per altro, basta mettere su un cd ed è fatta!

Si forse avrebbe potuto osare ancora di più, ma forse questo è solo un primo passo... chissà!

Angela
Dopo aver visto due concerti posso dire che il mio parere è più che positivo!! Questo tour non si può definire completamente acustico, ma io ero partita in vantaggio perchè sono un'appassionata delle versioni acustiche!
Nel 2005 ero a "Serata con"per Videoitalia ed era da poco uscito "Ti amo così", Pino eseguì i brani, compresi quelli nuovi, in versione acustica, ne rimasi completamente stravolta, non immaginavo un effetto simile, addirittura alcuni brani che non mi avevano colpito particolarmente ai primi ascolti, li stavo completamente rivalutando e apprezzando come se li riscoprissi...
E questo perchè in quella versione si svelavano nel loro più intimo significato! Da quella volta, ho desiderato tantissimo un tour unplugged, ma non ci speravo più di tanto e capisco che non a tutti può piacere...
Concordo con Serena (bellissimo il tuo racconto carico di emozioni), che anche a me sarebbe piaciuto che non mancasse un brano come "Dove ti perdo", che in quel contesto sarebbe stato super emozionante!!
Ma ci sono state tante altre cose molto emozionanti, come appunto "Se mi sfiori", "La fine delle poesie", "Giulietta", che a me piaceva anche nella sua versione originale ma ora l'ho rivalutata e apprezzata anche di più in questa nuova interpretazione....
E non è per niente facile riuscire a fare questo, perchè ci sono dei classici che sembrano "intoccabili" e non ti immagineresti mai e poi mai di riscoprirli in una nuova veste e qui c'è il coraggio, perchè non è poi così scontato che possano piacere!
Ma si sa che a Pino è sempre piaciuto sperimentare, proporre nuove cose, perchè giusto come diceva Angela, se vuoi ascoltare le canzoni nella versione originale, basta mettere su il cd....
Però capita che noi ci costruiamo una nostra idea personale di come vorremmo vedere rappresentato il concerto e però a volte non coincide con la scelta dell'artista, a me ad esempio sarebbe piaciuto ascoltare non so quanti brani che non sono stati inseriti, ma qui torniamo sempre al discorso che il concerto dovrebbe durare 4 ore e comunque questo tipo di scelte le fa lui in base al percorso che sta seguendo e a quello che si sente di fare in un determinato periodo, a noi sta il condividerle o meno, ma sono scelte che è giusto che lui faccia perchè fanno parte della sua vita artistica e deve esprimersi come meglio crede!
Io non me la sentirei di dire che poteva fare una cosa al posto di un'altra, ha fatto semplicemente quello che sentiva di fare in questo periodo della sua carriera e ora che ha anche tantissima esperienza, può osare anche di più...
Mi è stato raccontato che al concerto di Milano mentre Pino faceva una prefazione sul brano di Giorgio Gaber, uno spettatore lo ha interrotto urlando "Pino canta!!", ecco, questo significa che purtroppo a volte i cantanti sembra che devono solo eseguire i loro brani e basta, manca la capacità e la voglia di ascoltare quello che è pur sempre emozione!
Quando ho iniziato a seguire i concerti di Pino, erano i primi anni, diceva appena qualche parola e neanche sempre prima di iniziare un brano, poi mano a mano col passare del tempo le cose sono cambiate, fino ad arrivare ad oggi, dove io considero una fortuna che lui voglia condividere certi pensieri introducendo le canzoni, è una maturazione....
Come ha detto a Padova, sempre introducendo il brano di Gaber, "bisogna anche pensare qualche volta, non è che si deve sempre e per forza ridere...".
Questo tour come è stato detto, è completamente diverso dai precedenti, è una cosa a sè, richiede di sicuro più attenzione, più ascolto, forse meno confusione, ma è una nuova esperienza che a me sta dando tanto e mi dispiace solo che prima o poi debba finire, ma resterà per sempre unica e indimenticabile!!
Dany
"Non tutti sono chiamati ad essere Artisti nel senso specifico del termine.
Nel modellare un'opera l'Artista esprime di fatto se stesso a tal punto che la sua produzione costituisce un riflesso singolare del suo essere,di ciò che egli è di come lo è.
L'Artista, infatti,quando plasma un capolavoro,non soltanto chiama in vita la sua opera,ma per mezzo di essa,in un certo modo svela anche la sua personalità....."

ho riportato parole di un grande uomo (wojtyla) perchè questa espressione per definire un Artista è perfetta per far capire la differenza che passa tra il fare un lavoro "normale" a fare qualcosa che va al di là dove"i molteplici sentieri possono condurre a quell'oceano infinito di bellezza dove lo stupore si fa ammirazione".....

ed ecco la cattegoria che appartiene al Nostro,a quello di un Artista puro ed ecco perchè ho esordito che "un Artista va capito oltre che ascoltato..."
E' indicibile lo stupore che mi avvolge quando Pino riesce a trasformare una musica,una canzone da farne sempre un emozione nuova,mai banale,mai scontata,a trasformare persino le vibrazione che arrivano e si fanno gusto ogni volta con una sfumatura diversa....ecco perchè Amo quest'Artista,perchè dietro o di fianco non vive una farsa,ma un Uomo autentico che del proprio respiro a fatto cammino regalando anima,la sua anima e ogni volta segue il fiato del momento donando "piccoli segreti svelati"....

Le sue "serate" sono da guardare, da vedere come si vedesse un paesaggio,un quadro d'autore con un cuore aperto a farsi decifratore di vibrazioni,con quella propensione al nuovo e mai visto o come stare a vedere un alba un tramonto...non c'è ne saranno mai nessuna uguale...eppure li incantati e ammutoliti a godere di colori conosciuti...
questa però deve essere la voglia nostra che spinge a crescere,a diventare sempre più "grandi",ma non tutti hanno la capacità o il desiderio di evolversi e guardare al di là,dove è terra,ma di aquiloni.

antonella
com'è sempre bello ed emozionante leggerVi! tutti! poi da quando è ripartito il sito noto una grana pulizia letteraria e morale. la sporco io: Bella Se Mi Sfiori......eh? mi ha EMOZIONATO sentire la Sua Emozione nel cantarla....un 'emozione di 12 anni fa!

vi abbraccio
F.
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