E ogni volta nell'ascolto dell'album mi fermo qui. Rapita da questa perla: “Ragazze delle canzoni”.
Mi lascio trasportare da questi suoni tzigani, da questi suoni popolari, da queste note che sanno di radici, di terra d’origine e di appartenenza. Hanno il sapore di ciò che ci ha resi ciò che siamo, della vitalità di un ritmo così familiare, così penetrante in una voce che ammalia, che pare di ascoltare un qualcosa che ci richiama da sempre.
“Tu lo sai che amo te cantandoti”
E qui si spiega tutto. Perché in questa breve e apparentemente semplice espressione c’è il Tutto. La carnalità del cuore, la voce dell’anima, il coinvolgimento della mente che percorre parole … tutti i sensi sono lì, sulla punta di una frase fatta canzone. Perché come nella poesia tutto può succedere in un verso, si può provare l’immenso e viverlo fino all’ultimo brivido, toccarlo nelle vibrazioni di suoni, come un lento accarezzare di pelle che arriva fino all’invisibile. Arriva al nucleo dell’essenza.
Non si può spiegare ciò che avviene dentro se non che ci si fa sonorità, si entra dentro un’espressione e la si incarna arrivando a sfiorarlo davvero l’amore. Con le mani di tutto l'essere.
“E la musica, dell’amore fatto qua, che fine fa?
Dove va l’amore che qui si fa? Dove va?
Il mondo non è una canzone.”
E metaforicamente è una vera caduta. Si cade sì. Non senza aver la consapevolezza di quant’è vero però l’invisibile che ci appartiene perché:
“Sono qui nella musica
le note come le foglie scostale.
Sono qui sto aspettando te
le note, come tendine, aprile.”
E sapere solo che è così …
Davvero.
Davvero .
Davvero.
Mi lascio trasportare da questi suoni tzigani, da questi suoni popolari, da queste note che sanno di radici, di terra d’origine e di appartenenza. Hanno il sapore di ciò che ci ha resi ciò che siamo, della vitalità di un ritmo così familiare, così penetrante in una voce che ammalia, che pare di ascoltare un qualcosa che ci richiama da sempre.
“Tu lo sai che amo te cantandoti”
E qui si spiega tutto. Perché in questa breve e apparentemente semplice espressione c’è il Tutto. La carnalità del cuore, la voce dell’anima, il coinvolgimento della mente che percorre parole … tutti i sensi sono lì, sulla punta di una frase fatta canzone. Perché come nella poesia tutto può succedere in un verso, si può provare l’immenso e viverlo fino all’ultimo brivido, toccarlo nelle vibrazioni di suoni, come un lento accarezzare di pelle che arriva fino all’invisibile. Arriva al nucleo dell’essenza.
Non si può spiegare ciò che avviene dentro se non che ci si fa sonorità, si entra dentro un’espressione e la si incarna arrivando a sfiorarlo davvero l’amore. Con le mani di tutto l'essere.
“E la musica, dell’amore fatto qua, che fine fa?
Dove va l’amore che qui si fa? Dove va?
Il mondo non è una canzone.”
E metaforicamente è una vera caduta. Si cade sì. Non senza aver la consapevolezza di quant’è vero però l’invisibile che ci appartiene perché:
“Sono qui nella musica
le note come le foglie scostale.
Sono qui sto aspettando te
le note, come tendine, aprile.”
E sapere solo che è così …
Davvero.
Davvero .
Davvero.