Carissimi amici,
vorrei fare alcune piccole precisazioni riguardo alle cose descritte da Amanda circa il playback od il live di un artista.
Io non ho mai sentito parlare di guadagni, da parte delle case discografiche, dipendenti dall'esecuzione dal vivo o meno.
Per quanto mi riguarda, in tutti questi anni, ho sempre avuto la possibilità di scegliere di esibirmi come volevo,
senza l'imposizione di nessuno.
La mia scelta, di un tipo o dell'altro, era sempre dettata dalla possibilità o meno di potermi esprimere al meglio.
Purtroppo, spesso capita che in talune trasmissioni non sia prevista, tecnicamente, l'esecuzione di un brano dal vivo,
nel senso che proprio non ci sono i tecnici del suono, oppure c'è un ritorno che rende impraticabile tutto questo
e poi tante altre concause che non garantiscono un'ottima performance.
Ecco! Queste e solo queste possono essere le cause di una esecuzione in playback, escludendo qualsiasi tipo d'implicazione economica.
Poi ci sono canzoni che hanno una maggior difficoltà di esecuzione, in quanto necessitano di un ascolto perfetto
per poter essere vissute e descritte con la giusta emozione e vitalità, per cui, pur capitare che nella medesima trasmissione,
un artista decida di andare dal vivo e un altro no, poichè i brani in questione hanno un vissuto interpretativo
assolutamente l'uno all'estremo dell'altro.
A Taormina ho preferito il playback , che tra l'altro odio, per ovvi motivi; al festivalbar ho preferito cantare dal vivo,
addirittura senza ear monitor (cuffiette).
Cantare dal vivo per me significa vivere la canzone in un modo che è solo di quel momento
e quindi significa avere la possibilità di ricomporre, al momento, lo schema interpretativo, cambiare a volte addirittura le note della melodia.
Quel canto capace di nascere e vivere di vita autonoma senza alcuna intermediazione esterna.
Comunque io rimango convinto che, in un passaggio televisivo, siano importanti anche altre cose, oltre al playback o all'esecuzione dal vivo.
Innanzi tutto la padronanza scenica, il carisma, la capacità di movimento, il saper cogliere le telecamere,
l'essere timidi al punto giusto in talune circostanze e sfrontati in altre, vale a dire, essere anche un pò' attori,
calarsi con facilità in una parte e cercare di vivere quell'emozione che il brano richiede.
Non è necessariamente facile fare un playback, anzi qualche volta è addirittura più difficile, tenendo conto di tutto quel che abbiamo appena detto.
Per questo, amici miei carissimi, consiglierei ad alcuni di voi di non porsi di fronte a questo tipo di problematiche se non per scherzare
e non per trarne conclusioni un pelo azzardate circa il valore o meno di un determinato artista a seconda se usa il playback oppure no.
Mango
vorrei fare alcune piccole precisazioni riguardo alle cose descritte da Amanda circa il playback od il live di un artista.
Io non ho mai sentito parlare di guadagni, da parte delle case discografiche, dipendenti dall'esecuzione dal vivo o meno.
Per quanto mi riguarda, in tutti questi anni, ho sempre avuto la possibilità di scegliere di esibirmi come volevo,
senza l'imposizione di nessuno.
La mia scelta, di un tipo o dell'altro, era sempre dettata dalla possibilità o meno di potermi esprimere al meglio.
Purtroppo, spesso capita che in talune trasmissioni non sia prevista, tecnicamente, l'esecuzione di un brano dal vivo,
nel senso che proprio non ci sono i tecnici del suono, oppure c'è un ritorno che rende impraticabile tutto questo
e poi tante altre concause che non garantiscono un'ottima performance.
Ecco! Queste e solo queste possono essere le cause di una esecuzione in playback, escludendo qualsiasi tipo d'implicazione economica.
Poi ci sono canzoni che hanno una maggior difficoltà di esecuzione, in quanto necessitano di un ascolto perfetto
per poter essere vissute e descritte con la giusta emozione e vitalità, per cui, pur capitare che nella medesima trasmissione,
un artista decida di andare dal vivo e un altro no, poichè i brani in questione hanno un vissuto interpretativo
assolutamente l'uno all'estremo dell'altro.
A Taormina ho preferito il playback , che tra l'altro odio, per ovvi motivi; al festivalbar ho preferito cantare dal vivo,
addirittura senza ear monitor (cuffiette).
Cantare dal vivo per me significa vivere la canzone in un modo che è solo di quel momento
e quindi significa avere la possibilità di ricomporre, al momento, lo schema interpretativo, cambiare a volte addirittura le note della melodia.
Quel canto capace di nascere e vivere di vita autonoma senza alcuna intermediazione esterna.
Comunque io rimango convinto che, in un passaggio televisivo, siano importanti anche altre cose, oltre al playback o all'esecuzione dal vivo.
Innanzi tutto la padronanza scenica, il carisma, la capacità di movimento, il saper cogliere le telecamere,
l'essere timidi al punto giusto in talune circostanze e sfrontati in altre, vale a dire, essere anche un pò' attori,
calarsi con facilità in una parte e cercare di vivere quell'emozione che il brano richiede.
Non è necessariamente facile fare un playback, anzi qualche volta è addirittura più difficile, tenendo conto di tutto quel che abbiamo appena detto.
Per questo, amici miei carissimi, consiglierei ad alcuni di voi di non porsi di fronte a questo tipo di problematiche se non per scherzare
e non per trarne conclusioni un pelo azzardate circa il valore o meno di un determinato artista a seconda se usa il playback oppure no.
Mango