Cari amici miei,
oggi è il 31 dicembre e voglio scrivervi qualche parola di augurio per l’anno che viene.
Ma prima consentitemi di chiudere, insieme al 2007, un capitolo che speravo davvero si “estinguesse” da solo,
ma che purtroppo continua a riempire le pagine del mio e del vostro sito.
Mi riferisco ai “sostenitori” di Armando Mango che continuano indefessi a vantare le imprese del loro eroe
in uno spazio che dovrebbe essere retaggio di altri spunti e altre storie più interessanti e che, tra l’altro, mi riguardassero di più!
Una breve parentesi per spiegarvi che, siccome ci sono svariate cause civili e penali nelle quali sono stato coinvolto mio malgrado da mio fratello,
che si ostina ad intromettersi nella mia vita privata e non, per tentare di “fare danni” (nonostante cinque anni fa abbia fatto di tutto per uscirne!);
per queste ragioni, dicevo, e per tante altre che appartengono al mio privato e che,
contrariamente a quanto è solito fare lui, non è nella mia natura sbandierare ai quattro venti,
mi vedo costretto a far uscire da “casa mia” coloro i quali non amano né me né la mia musica e forse nemmeno mio fratello,
ma vi entrano solo per insultarmi e insultare voi, e forse anche lui…
Come quando, per esempio, si ostinano ad attribuire la paternità di “Amore per te” al loro vate,
anche se Armando avrà sicuramente e ripetutamente detto loro (visti i loro contatti telefonici giornalieri e visto che mio fratello non dice mai bugie…)
che il musicista di casa ero io e che, tra l’altro, quando ho scritto la musica di questa canzone, lui non era nemmeno presente, ma c’era invece il sig. Rocco Petruzzi.
Queste 3 o 4 persone non se ne fanno proprio una ragione (onestamente non capisco perché!) del fatto che lui, di “Amore per te”,
abbia composto solo il testo insieme al poeta Pasquale Panella.
Questo, fino a prova contraria, è il mio sito, è casa mia e di chiunque abbia voglia di essere ospite gradito e prendere un caffè in mia compagnia, non di rovesciarmelo in faccia!
Allontanare queste persone è un mio diritto che, per altro, avrei preferito non esercitare, ma ora non ho più alternative.
Questo, ovviamente, non vuol dire che in casa mia non ci sia libertà d’espressione, anzi, ben vengano le discussioni e gli scambi d’opinione,
ma l’importante è che il tutto avvenga in un clima di buona educazione e buona fede.
Mi scuso con voi, cari amici miei, per essere stati coinvolti, senza volerlo, in affari che sicuramente non vi interessano o per essere stati costretti, addirittura,
a rispondere a queste persone nel tentativo difendermi.
Non succederà più.
Da bravo padrone di casa faccio le pulizie di fine anno e vi restituisco, per il 2008 e fino a quando lo vorrete, un sito nuovamente “pulito”,
Un augurio nuovo è un bere pulito, un valicare l’autunno con neve fresca capace di luce.
Un augurio nuovo è l’aprirsi al sorriso rubando alle attese le voci del tempo, è un rimpatrio di cose che allattano l’animo nostro,
come se fossimo nati da attimi senza rimproveri e senza cadenze offuscate.
Un augurio nuovo è quel bacio che senti cadere dal cielo e di cui hai percezione incolpevole,
sicuro d’appartenere al giorno e alla notte dei sensi, quasi come un velluto o un sentiero che parta dal cuore.
Amici carissimi, adesso vi devo lasciare, poiché ho un paio di astici che mi aspettano in cucina e che erano ben contenti di questo attardarmi con voi,
ma l’ultima ora del 2007 si avvicina, ed anche la loro!
Vi auguro una splendida fine d’anno ed un meraviglioso 2oo8 accompagnandovi con un piccolo frammento del mio prossimo libro.
E' DAL SOGNO PENDENTE
Da quell’anonimo sogno vivente,
pugno di terra malnutrito di pioggia,
vorrei s’affacciasse quell’intimo accesso.
Livore sparso sul corpo disteso, d’attesa vissuto,
visto di primo mattino il mattino è un’idea.
Etopèa d’ètimo incerto m’appare quel sogno pendente
che tracima il vivere mio come d’assonanza.
E allora spargi semenza d’un nuovo occidente,
di cortile in cortile, di pudore in sudore,
d’acqua bruna che osserva il mio viso
in movimento come la storia che in te mi conservo.
Vogliamolo adesso, come da sogno indifeso
sciupato di stimmate e d’ombre guerriere,
caglio d’agnello del parlato sano
e delle notti di latte che in noi,
zingari fermi di lune violino,
abbiamo letto.
MANGO
oggi è il 31 dicembre e voglio scrivervi qualche parola di augurio per l’anno che viene.
Ma prima consentitemi di chiudere, insieme al 2007, un capitolo che speravo davvero si “estinguesse” da solo,
ma che purtroppo continua a riempire le pagine del mio e del vostro sito.
Mi riferisco ai “sostenitori” di Armando Mango che continuano indefessi a vantare le imprese del loro eroe
in uno spazio che dovrebbe essere retaggio di altri spunti e altre storie più interessanti e che, tra l’altro, mi riguardassero di più!
Una breve parentesi per spiegarvi che, siccome ci sono svariate cause civili e penali nelle quali sono stato coinvolto mio malgrado da mio fratello,
che si ostina ad intromettersi nella mia vita privata e non, per tentare di “fare danni” (nonostante cinque anni fa abbia fatto di tutto per uscirne!);
per queste ragioni, dicevo, e per tante altre che appartengono al mio privato e che,
contrariamente a quanto è solito fare lui, non è nella mia natura sbandierare ai quattro venti,
mi vedo costretto a far uscire da “casa mia” coloro i quali non amano né me né la mia musica e forse nemmeno mio fratello,
ma vi entrano solo per insultarmi e insultare voi, e forse anche lui…
Come quando, per esempio, si ostinano ad attribuire la paternità di “Amore per te” al loro vate,
anche se Armando avrà sicuramente e ripetutamente detto loro (visti i loro contatti telefonici giornalieri e visto che mio fratello non dice mai bugie…)
che il musicista di casa ero io e che, tra l’altro, quando ho scritto la musica di questa canzone, lui non era nemmeno presente, ma c’era invece il sig. Rocco Petruzzi.
Queste 3 o 4 persone non se ne fanno proprio una ragione (onestamente non capisco perché!) del fatto che lui, di “Amore per te”,
abbia composto solo il testo insieme al poeta Pasquale Panella.
Questo, fino a prova contraria, è il mio sito, è casa mia e di chiunque abbia voglia di essere ospite gradito e prendere un caffè in mia compagnia, non di rovesciarmelo in faccia!
Allontanare queste persone è un mio diritto che, per altro, avrei preferito non esercitare, ma ora non ho più alternative.
Questo, ovviamente, non vuol dire che in casa mia non ci sia libertà d’espressione, anzi, ben vengano le discussioni e gli scambi d’opinione,
ma l’importante è che il tutto avvenga in un clima di buona educazione e buona fede.
Mi scuso con voi, cari amici miei, per essere stati coinvolti, senza volerlo, in affari che sicuramente non vi interessano o per essere stati costretti, addirittura,
a rispondere a queste persone nel tentativo difendermi.
Non succederà più.
Da bravo padrone di casa faccio le pulizie di fine anno e vi restituisco, per il 2008 e fino a quando lo vorrete, un sito nuovamente “pulito”,
Un augurio nuovo è un bere pulito, un valicare l’autunno con neve fresca capace di luce.
Un augurio nuovo è l’aprirsi al sorriso rubando alle attese le voci del tempo, è un rimpatrio di cose che allattano l’animo nostro,
come se fossimo nati da attimi senza rimproveri e senza cadenze offuscate.
Un augurio nuovo è quel bacio che senti cadere dal cielo e di cui hai percezione incolpevole,
sicuro d’appartenere al giorno e alla notte dei sensi, quasi come un velluto o un sentiero che parta dal cuore.
Amici carissimi, adesso vi devo lasciare, poiché ho un paio di astici che mi aspettano in cucina e che erano ben contenti di questo attardarmi con voi,
ma l’ultima ora del 2007 si avvicina, ed anche la loro!
Vi auguro una splendida fine d’anno ed un meraviglioso 2oo8 accompagnandovi con un piccolo frammento del mio prossimo libro.
E' DAL SOGNO PENDENTE
Da quell’anonimo sogno vivente,
pugno di terra malnutrito di pioggia,
vorrei s’affacciasse quell’intimo accesso.
Livore sparso sul corpo disteso, d’attesa vissuto,
visto di primo mattino il mattino è un’idea.
Etopèa d’ètimo incerto m’appare quel sogno pendente
che tracima il vivere mio come d’assonanza.
E allora spargi semenza d’un nuovo occidente,
di cortile in cortile, di pudore in sudore,
d’acqua bruna che osserva il mio viso
in movimento come la storia che in te mi conservo.
Vogliamolo adesso, come da sogno indifeso
sciupato di stimmate e d’ombre guerriere,
caglio d’agnello del parlato sano
e delle notti di latte che in noi,
zingari fermi di lune violino,
abbiamo letto.
MANGO