Filo diretto tra lo staff, Mango e i fans, notizie di primo piano e piccole curiosità.
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Caro Pino con gli inediti di questo doppio cd “dal vivo”, mi hai regalato altri diamanti che vanno ad impreziosire il tesoro già ricco che gelosamente io tengo custodito. E’ veramente unico l’amore che trasmetti, e i significati che noi possiamo dare ai testi sono molteplici. Il bello è proprio qui, tenere tra le mani capolavori da analizzare, per capire, per trovare un punto di incontro con te…ma la tua è pura arte...Non tutti hanno il privilegio di entrare nelle tue corde ed io ci provo perché c’è un filo sottile che mi lega da anni alla tua sensibilità…ma com’è difficile esprimersi! Ascoltare la tua voce è come farsi accarezzare da un vento tiepido in una giornata di settembre, è trovare un volto amico tra la folla, il suono dolce della tua splendida voce è per me come una coperta che mi avvolge in una fredda giornata di dicembre…non so dire di più, sei il mio tutto totale e ancora non mi stanco di dirti GRAZIE.

Amedea :oops:
MANGO ha scritto: Eccolo il titolo del mio nuovo lavoro discografico, Gli amori son finestre.
Non un titolo pensato come suono facile da ricordare, non un titolo semplice, capace di arrampicarsi tra le storie della memoria
con la facilità dell’incastro ma un titolo che parte da contorni disegnati col fiato e da ogni respiro accavallato all’istinto;
un titolo che riesce a documentare la vita attraverso le passioni,
da quelle leggere e sorridenti a quelle che infuocano il cuore fino allo stare male, quelle che hanno la forza di infiammare le foreste dei pensieri più intimi,
per poi restituire la voglia di andare lontano, avventurieri di un nuovo infinito e di un nuovo messaggio di gioia da spartire col sogno più raro.
Un titolo che può guardare dritto negli occhi di chi, non necessariamente, sa distinguere tra paura e coraggio,
ma ne percepisce l’odore e ne segue la direzione affidandosi alla luce dei sensi.
Un titolo che riesce a parlare d’amore come campane domenicali vogliose di inseguire il cielo per farsi sentire e che fa, d’ogni amore che ci circonda, l’autore del nostro vivere sano.
Una nuova finestra da cui affacciarsi per capire e respirare il profumo di ogni terra nuova, di ogni nuova canzone capace d’emozionare qualsiasi sensibilità,
aggiustando nella propria eco il dogma felliniano del gusto della bellezza e dello sperdere l’anima del nostro tempo migliore per cercare di capirla,
sfocandone le sintesi ed equilibrandone l’assoluto dilemma, abbandonandosi al mondo senza timore, per accertarne la non offuscata fragranza del cuore in attesa.
Eccolo il titolo! Pieno di domande e risposte, di lettere scritte e spedite dal desiderio, forse mai lette e allora riferite a voce come un passaparola del dire contro il non dire.
Un titolo pieno di sapori, sapori aggiustati di sale contro ogni sciapo pregiudizio, come un’altezza incapace di valutare la propria vertigine.
Un titolo in cui il calpestio delle tavole, di decine di teatri, si sente e ritorna all’orecchio come un fendente al petto,
con le canzoni affidate ai momenti e al mescolio degli attimi, dei silenzi, delle urla del pubblico voglioso di gioia e di pianto.
Gli amori son finestre, le canzoni son finestre, i momenti son finestre e così la vita diventa il rinnovo dell’attimo appena passato in cui le emozioni inseguono l’attimo successivo inventando il presente, quel presente che ci chiama col nostro nome, coi nostri ricordi, quel presente che ci chiama con la voglia del domani chiusa nelle tasche dove le mani, d’accordo col buio, inventano un nuovo giorno e poi un altro e un altro ancora e poi un concerto e poi un altro e un altro ancora,
con la voglia quasi fisica di mettersi in discussione, sera per sera, oltrepassando le stelle con lo sguardo, nella ricerca della verità di un orgasmo espressivo fatto di voce e tastiere, di voce e chitarre , di voce e pulsioni ritmiche su cui adagiare il contatto tra canto libero e corpo in movimento, sposandone la parte più intima, quella che leggo nei vostri occhi ricchi di lacrime e voglia di vivere, capaci d’emozionare le stanze dei secoli raccogliendone il ventre materno, passando da un silenzio a un bacio con la caparbietà del sogno allungato.

L’uscita di un nuovo disco è un abbraccio nuovo, un nuovo rapimento dei sensi, dove la passione si amplifica uguagliando l’infinito.
Ma un disco dal vivo è un riordinare il dibattito intimo tra coerenza ed affetto, quello della gioia esordiente sulla sofferenza, quello della bellezza concupita dal cuore e portata in processione sul palcoscenico, dove la sensualità diventa carattere, dove la musica è ingravidata da un riflusso continuo di emozioni e consensi, dove l’equilibrio partorito plana su di voi, amici carissimi, come un volo di fragili nebbie e antichi condottieri vogliosi di lacrime immense e immensi sorrisi, di rispettosi incanti e canzoni intense.
Per me, un disco dal vivo è il coraggio che prende forma e si amplifica in una espressione dove il suono non è più solo suono. Il sound non è solo forza motrice ma l’insieme di tutti i vagoni che, muovendosi in uno spazio-tempo allargato, riesce a dare maggiore possibilità all’ambiente e alla sensibilità di ogni musicista, di poter organizzare un terreno più fertile su cui costruire il proprio linguaggio emozionale. E’ la visione di una bellezza organica, come nell’architettura organica di Frank Lloyd Wright , dove lo spazio interno si allarga e si prolunga nello spazio esterno, dando luogo a un nuovo concetto architettonico basato sul recupero del rapporto con la natura.
In questo modo la canzone sposta il suo senso estetico maturando un make up istintivo, dove la rappresentazione prospettica vive il chiaro-scuro dei suoi angoli cercandoli e i colori naturali sanno impazzire di logica gioiosa da regalare alla luna.
Un disco dal vivo è cementare un contatto tra palco e platea, un modo di ritoccare gli sguardi e coglierne il succo. Un modo per ricatturare il silenzio e gli acuti più arditi, inseguiti dagli assoli e i ricami delle chitarre più viscerali. Affidarsi alle ritmiche solide e complesse e poi lasciarsi trasportare nei voli più arditi delle tastiere. Sentire la band come rifugio fluido in cui raccontarsi e viversi per poter declinare la bellezza del vivere in cui la sensualità del palco diventa percorso già disegnato.
Un disco dal vivo come “ Gli amori son finestre “ è anche una copertina, in grado di percepire tutto questo e farne uso prolungato e continuo nell’amministrazione delle ventotto canzoni, finestre esse stesse di altrettanti momenti, dove la conoscenza del mondo visibile diventa il mezzo per la conoscenza di una realtà soprasensibile, ordinata secondo regole logicamente coerenti, dove l’amore è il contrappeso degli angeli.
Nel mio disco, allora, la copertina ha il dovere di diventare Flora, uno straordinario quadro di Francesco Melzi, in cui la delicatezza del viso sorridente, sprigiona e proietta, con fare quasi materno, il desiderio d’accogliere sul seno scoperto ogni sensibilità da allattare e nel gesto, uno strumento, forse una mandola, capace, attraverso il suono, di promuovere tutto l’amore del mondo, quello che conta davvero, mescolato all’orgoglio di una sensibilità femminile.

La bellezza, diceva Oscar Wilde, ha il genio vincente. Io aggiungerei che la bellezza ha il genio vincente in chi sa riconoscerla, caricandone il cuore fino a farlo scoppiare.

Mango







PRIMA DI SCRIVERE, HO VOLUTO ASSAPORARE A PIENO IL TUO NUOVO LAVORO, DAVVERO BELLO, GRAZIE.

Questo doppio live e' davvero bellissimo!
La cosa bella per me in assoluto di questo lavoro, e' la capacita' di avermi fatto reinnamorare di brani che avendoli sentiti e amati da sempre, quasi avevano perso, dentro di me, quello smalto, quella emozione, quella lacrima sul viso di fronte a tanta bellezza. Invece grazie a questi arrangiamenti live, alla tua voce ed all'intensita' delle tue interpretazioni, alla bravura dei componenti del gruppo (in primis gli assoli di chitarre) ed alla commistione e fusione unica col tuo pubblico, ora splendono di una luce nuova, come se fossero un "primo ascolto" per me.
Non avrei mai immaginato di potermi reinnamorare di un "Come Monna Lisa", e invece la potenza live di questo brano mi ha letteralmente stravolto. Stessa cosa per "La rosa dell'inverno"...l'ho gia' scritto, ma tu e Carlo vi siete superati!!! "Lei verra' "col suo finale improvvisato, "Come l'acqua" col suo arrangiamento un po' arabo, un po' latino. Per non parlare della chicca "Chissa' dove te ne vai" che averla su disco ora arricchisce ancora di piu' la rosa delle interpretazioni tue di canzoni di altri artisti...rivivono di una luce completamente nuova, di una nuova emozione, la tua che diventa nostra da ora fino a sempre, un sempre fatto di presente mio e voce tua, emozione tua e nutrimento dell'anima mio....ed e' cosi' da sempre!
Grazie ancora Pino...ti voglio bene
Tommaso

La scelta di racchiudere le Emozioni Live di "Acchiappanuvole Tour" in questo doppio cd mi è piaciuta moltissimo. Accanto alle Meravigliose ed Eterne Perle del Nostro hanno trovato spazio altre Perle, che Mango ha saputo rendere sue, ancora più intense, con la sua Voce, con preziosi arrangiamenti, e sorprendenti Musicisti.
Dopo i tre inediti, stupendi, è sempre inebriante per me ascoltare quel fantastico "Intro"....che ci introduceva nella Magia dell'ultimo Tour.....E' Meraviglioso Preludio della Corrente di Sensazioni che si rinnovano e travolgono......ad ogni ascolto di questo Live!

Strepitoso, Impetuoso, Unico Mango !
E la Magia continua.........
:D Grazie!
Cosetta

Sì, è proprio il caso di dirlo, impetuoso Mango!
Oggi, più che mai, mi sento trasportata da quel vento forte e caldo
di Pride, che abbiamo ascoltato in tour, ma ora è qui, custodita, perla
tra le perle! :D

Grazie Pino!

Patti
o PRIDE ....in nome dell'amore

Ti senti meglio
O non sei migliorata
diventera più facile per te
Ora che hai qualcuno da biasimare
Tu dici
Un amore
Una vita
Quando è solo un bisogno è un amore
Che dobbiamo condividere,che ti lascia.
Ti ho delusa ?
o ti è rimasto l’amaro in bocca
ti comporti come se non fossi mai stata amata
e vuoi che io ne faccio a meno
bene,è troppo tardi
questa notte
per tirara in ballo il passato per portarlo alla luce,
noiu siamo uno
ma non siamo gli stessi
dobbiamo sostenerci a vicenda,
sei venuta a chiedere perdono ?
sei venuta a riportare in vita ciò che è morto ?
sei venuta qui per comportarti come Gesu ?
verso i lebbrosi che pensi di avere nella tua testa ?
Chiedo troppo ?
Tu mi hai dato niente
Ed ora è tutto ciò che ho,
ci feriamo a vicenda e poi lo facciamo ancora
l’amore è un tempio
l’amore è la più nobile delle leggi
mi hai chiesto di avvicinarmi
ma poi mi hai fatto strisciare
ed io non posso continuare a sopportare
il modo in cui ti comporti,
un amore
un solo sangue
una vita che devi fare ciò che devi
una vita insieme sorelle fratelli……

Volevo regalare a chi come me non mastica una cicca d'inglese questo testo...credo che..... U Pino l'abbia incisa in gioventù .........magistrale..
ma nella mia classifica al primo posto cè sempre ...Chissà dove te vai..
Un caro saluto :wink: :wink: un moNello :wink: :wink:

:D che bel pensiero chi hai rivolto. grande geco!!!!
...Pride...per me completamente nuova e unica versione (non conoscevo questa canzone prima :cry: ). E' bellissimo sentire le note pulite del pianoforte e la voce di Pino che le accompagna dolcemente, non so ,ma l'emozione che mi assale quando l'ascolto è veramente grande e non nascondo qualche stretta al cuore che mi trattiene le lacrime dentro....magica, magico Pino!!!!

Amedea

Geco, nel Tuo messaggio c'e' una piccolissima imprecisione, ma trabioccante d'amore e nel mio intimo spero si tratti di una "preveggenza", mi spego: il meraviglioso testo riportato riguarda "One", splendida canzone degli U2 che tante volte ho dichiarato mi piacerebbe cantata da Pino.
Amore chiama amore, Pride parla di amore e One parla di amore.
Geco, il Tuo e' comunque un messaggio d'amore e di questo possiamo solo esserti grati
Un abbraccio
Adonella
Grazie Adonella hai ragione "Amore chiama amore" e il mio voleva essere un contributo a questo sentimento a chi come me non ha dimestichezza con l'inglese,e quindi quando Pino canta in inglese voglio sempre capire quello che canta ,im testi sono molto belle entrambi e quindi cercando di riparare la figuraccia vi invio con affetto Pride (In the name of love) ed il mio rimane un messaggio d'amore......... :wink: :oops: :wink:


Pride (In The Name Of Love)


Un uomo viene nel nome dell'amore
Un uomo viene e va
Un uomo viene per giustificare
Un uomo per cambiare le cose

Nel nome dell' amore
Cos'altro
Nel nome dell'amore
Nel nome dell'amore
Cos' altro
Nel nome dell'amore

Un uomo preso nel reticolato
Un uomo resiste
Un uomo sospinto su una spiaggia deserta
Un uomo tradito da un bacio

Nel nome dell'amore
Cos'altro
Nel nome dell'amore
Nel nome dell' amore
Un altro
Nel nome dell'amore

4 aprile mattino presto
Lo sparo un eco nel cielo di Memphis
Libero infine, ti han tolto la vita
Non sapevano come toglierti l'orgoglio

Nel nome dell'amore
Un altro
Nel nome dell' amore

Un caro abbraccio "Nel nome dell'amore" :cry: :wink: un moNello :wink: :wink:

E' bello questo disco, molto più di quanto mi aspettassi dopo la lettura delle tracce che vi sarebbero state inserite.
Non ero tanto entusiasta della presenza delle cover. E non ho cambiato idea.
Ma è talmente bella Monna Lisa con quegli arrangiamenti che spaccano.
E Australia con quel ritmo che spiazza e l'introduzione in inglese.
E la mia preferita, Amore per te, che dal vivo diventa un gioiello da collezione.
E Come l'acqua che ho amato tanto negli ultimi tour.
E Lei verrà? Che arrangiamenti!
E Chissà se nevica: che ricordi di un magnifico tour in lungo e in largo (più in lungo che in largo: da Milano a Messina :shock: )
E le due versioni imperdibili di Oro e Sentirti: per palati raffinati.
E ultima, ma non ultima, anche se sempre ultima (:shock: ), una rondine che toglie il fiato: per il pathos che si avverte, per quel finale ossessivo che ti prende e ti fa volare, per quei saluti finali che sanno già di nostalgia.
E già mi manchi.

Annapaola

Ho il tuo album: è Magico, Spettacolare... Hai 1voce Unica, quella che Io, amo... Ti amo Mango!
Tu, sei Musica.. in me!

Condivido il tuo stupore, Anna Paola... quello che all'inizio non pensavo mi cogliesse così forte e che invece mi ha preso per la gola, ne ha fatto un nodo al cuore, e quello che passa da lì è l'essenza stessa che ci tiene in vita, ossia la VITA stessa... impalpabile, pulsante, fervida e impetuosa, come gli animi che si legano insieme giù e sopra un palco...
Eccolo il titolo del mio nuovo lavoro discografico, Gli amori son finestre.
Non un titolo pensato come suono facile da ricordare, non un titolo semplice, capace di arrampicarsi tra le storie della memoria
con la facilità dell’incastro ma un titolo che parte da contorni disegnati col fiato e da ogni respiro accavallato all’istinto;
un titolo che riesce a documentare la vita attraverso le passioni,
da quelle leggere e sorridenti a quelle che infuocano il cuore fino allo stare male, quelle che hanno la forza di infiammare le foreste dei pensieri più intimi,
per poi restituire la voglia di andare lontano, avventurieri di un nuovo infinito e di un nuovo messaggio di gioia da spartire col sogno più raro.
Un titolo che può guardare dritto negli occhi di chi, non necessariamente, sa distinguere tra paura e coraggio,
ma ne percepisce l’odore e ne segue la direzione affidandosi alla luce dei sensi.
Un titolo che riesce a parlare d’amore come campane domenicali vogliose di inseguire il cielo per farsi sentire e che fa, d’ogni amore che ci circonda, l’autore del nostro vivere sano.
Una nuova finestra da cui affacciarsi per capire e respirare il profumo di ogni terra nuova, di ogni nuova canzone capace d’emozionare qualsiasi sensibilità,
aggiustando nella propria eco il dogma felliniano del gusto della bellezza e dello sperdere l’anima del nostro tempo migliore per cercare di capirla,
sfocandone le sintesi ed equilibrandone l’assoluto dilemma, abbandonandosi al mondo senza timore, per accertarne la non offuscata fragranza del cuore in attesa.
Eccolo il titolo! Pieno di domande e risposte, di lettere scritte e spedite dal desiderio, forse mai lette e allora riferite a voce come un passaparola del dire contro il non dire.
Un titolo pieno di sapori, sapori aggiustati di sale contro ogni sciapo pregiudizio, come un’altezza incapace di valutare la propria vertigine.
Un titolo in cui il calpestio delle tavole, di decine di teatri, si sente e ritorna all’orecchio come un fendente al petto,
con le canzoni affidate ai momenti e al mescolio degli attimi, dei silenzi, delle urla del pubblico voglioso di gioia e di pianto.
Gli amori son finestre, le canzoni son finestre, i momenti son finestre e così la vita diventa il rinnovo dell’attimo appena passato in cui le emozioni inseguono l’attimo successivo inventando il presente, quel presente che ci chiama col nostro nome, coi nostri ricordi, quel presente che ci chiama con la voglia del domani chiusa nelle tasche dove le mani, d’accordo col buio, inventano un nuovo giorno e poi un altro e un altro ancora e poi un concerto e poi un altro e un altro ancora,
con la voglia quasi fisica di mettersi in discussione, sera per sera, oltrepassando le stelle con lo sguardo, nella ricerca della verità di un orgasmo espressivo fatto di voce e tastiere, di voce e chitarre , di voce e pulsioni ritmiche su cui adagiare il contatto tra canto libero e corpo in movimento, sposandone la parte più intima, quella che leggo nei vostri occhi ricchi di lacrime e voglia di vivere, capaci d’emozionare le stanze dei secoli raccogliendone il ventre materno, passando da un silenzio a un bacio con la caparbietà del sogno allungato.

L’uscita di un nuovo disco è un abbraccio nuovo, un nuovo rapimento dei sensi, dove la passione si amplifica uguagliando l’infinito.
Ma un disco dal vivo è un riordinare il dibattito intimo tra coerenza ed affetto, quello della gioia esordiente sulla sofferenza, quello della bellezza concupita dal cuore e portata in processione sul palcoscenico, dove la sensualità diventa carattere, dove la musica è ingravidata da un riflusso continuo di emozioni e consensi, dove l’equilibrio partorito plana su di voi, amici carissimi, come un volo di fragili nebbie e antichi condottieri vogliosi di lacrime immense e immensi sorrisi, di rispettosi incanti e canzoni intense.
Per me, un disco dal vivo è il coraggio che prende forma e si amplifica in una espressione dove il suono non è più solo suono. Il sound non è solo forza motrice ma l’insieme di tutti i vagoni che, muovendosi in uno spazio-tempo allargato, riesce a dare maggiore possibilità all’ambiente e alla sensibilità di ogni musicista, di poter organizzare un terreno più fertile su cui costruire il proprio linguaggio emozionale. E’ la visione di una bellezza organica, come nell’architettura organica di Frank Lloyd Wright , dove lo spazio interno si allarga e si prolunga nello spazio esterno, dando luogo a un nuovo concetto architettonico basato sul recupero del rapporto con la natura.
In questo modo la canzone sposta il suo senso estetico maturando un make up istintivo, dove la rappresentazione prospettica vive il chiaro-scuro dei suoi angoli cercandoli e i colori naturali sanno impazzire di logica gioiosa da regalare alla luna.
Un disco dal vivo è cementare un contatto tra palco e platea, un modo di ritoccare gli sguardi e coglierne il succo. Un modo per ricatturare il silenzio e gli acuti più arditi, inseguiti dagli assoli e i ricami delle chitarre più viscerali. Affidarsi alle ritmiche solide e complesse e poi lasciarsi trasportare nei voli più arditi delle tastiere. Sentire la band come rifugio fluido in cui raccontarsi e viversi per poter declinare la bellezza del vivere in cui la sensualità del palco diventa percorso già disegnato.
Un disco dal vivo come “ Gli amori son finestre “ è anche una copertina, in grado di percepire tutto questo e farne uso prolungato e continuo nell’amministrazione delle ventotto canzoni, finestre esse stesse di altrettanti momenti, dove la conoscenza del mondo visibile diventa il mezzo per la conoscenza di una realtà soprasensibile, ordinata secondo regole logicamente coerenti, dove l’amore è il contrappeso degli angeli.
Nel mio disco, allora, la copertina ha il dovere di diventare Flora, uno straordinario quadro di Francesco Melzi, in cui la delicatezza del viso sorridente, sprigiona e proietta, con fare quasi materno, il desiderio d’accogliere sul seno scoperto ogni sensibilità da allattare e nel gesto, uno strumento, forse una mandola, capace, attraverso il suono, di promuovere tutto l’amore del mondo, quello che conta davvero, mescolato all’orgoglio di una sensibilità femminile.

La bellezza, diceva Oscar Wilde, ha il genio vincente. Io aggiungerei che la bellezza ha il genio vincente in chi sa riconoscerla, caricandone il cuore fino a farlo scoppiare.

Mango








è il più bel dono che potevi fare,lasciare a chi ti Ama le atmosfere del tour,di questo tour,che ha avuto da sempre qualcosa di speciale,tanto che all'inizio nessuno parlava.A volte la bellezza toglie respiro e parole.Questo lo ha fatto.
Gli amori son finestre,non è solo un titolo,un bel titolo,ma è l'emozione che si dilata,che abbraccia fino alla copertina,al video,alle parole che hai scritto per presentarcelo,al comunicato della sony,a quelle recensioni che hanno colto l'anima di questo dono,fino alle lacrime per ogni respiro che dentro a queste cose nasce e vive.
Gli amori son finestre....dentro c'è proprio tutto....si, ci sei riuscito a fermare l' Amore: il Nostro,il Tuo,quello dei tuoi Musicisti,per una passione che non si può spiegare ma solo Vivere e viverla intensamente a volte significa regalare anche un'attenzione silenziosa,come stare seduta su uno scoglio e guardare il mare e il suo orizzonte.
Ma gli Amori son finestre è e rimmarà per sempre il più bel regalo che potevi fare,certi regali non li puoi spiegare...ha ragione Oscar Wilde,la bellezza........... hai ragione Tu,carica il cuore fino a farlo scoppiare..........

il mio cuore si è colmato fino a fare proprio questo.

grazie
antonella.
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