Un augurio è un equilibrio delicato tra le parole nuove e le immagini del cuore.
Quest’equilibrio, attraversando con gioia e felicità la sospensione cosmica legata al nostro sorriso
più nascosto, ci restituisce quello spirito positivo capace d’infondere nelle persone che conosciamo,
la voglia di capire il senso della vita, quella voglia capace di dare più spazio ai valori che ci
appartengono e che danno fiato a quel nostro correre con l’animo in mano, pronti a superare quegli
“esami che non finiscono mai”, per raccontare alla storia i momenti vincenti e gli attimi di
scoramento come un unico calore, pronto nelle mani, pronto nello spazio sensibile e utile di un
sempre nuovo domani, pronto a candidare la luna come faro indiscusso sull’infinito.
Un augurio, amici miei, è un equilibrio che nasce spontaneo nel saper riconoscere in una canzone,
in un quadro, in un tramonto, in una giornata uggiosa, in una voce, in una persona o nel rumore di
un silenzio la bellezza del vivere e del nutrire la dinastia dell’amore con la facilità dell’attimo che ci
sorprende; saperne intuire il dolore e la lacrima di sottofondo, l’azzurro più attento e il peccato
distratto, salutandolo come si saluta un amico, dedicandogli un sano confronto come si fa con lo
sguardo quando riaggancia il pensiero e ne stimola la sequenza dei sensi.
Un augurio non è necessariamente, secondo il mio punto di vista, un abbraccio affettuoso per un
nuovo anno ma, probabilmente, è un abbraccio viscerale del cuore, convinto di crescere coscienza e
volontà della mente traversandone il percorso comune, come un’acqua che diventa fiume impetuoso
o come una neve che nel suo abbraccio penetra la terra senza farsi sentire.
Un augurio è un dono che abbiamo e che possiamo e dobbiamo trasmettere quotidianamente,
quasi come fosse un bisogno. E’ la costruzione del nostro vivere contro il nostro morire.
E’ la ricchezza del sapere accettare sconfitte e passioni, illusioni e certezze separando il gusto del bene dal non capire.
Un augurio è la morbidezza dell’anima quando ci avvolge e ci descrive l’amore nel suo vero significato.
E’ il capire e far capire che non esistono persone diverse da noi ma solo persone come noi.
E’ il capire e far capire che la Terra è degli esseri umani e non di alcuni esseri umani.
E’ il capire e far capire che le guerre hanno inizio nel momento in cui non riconosciamo nel nostro
prossimo quello che noi stessi siamo e che, quindi la guerra è solo un non ammettere a noi stessi
il disamore che abbiamo nei confronti di noi stessi.
Il mio non vuole essere un sermone, non mi permetterei mai, ma solo un augurio dettato dal cuore e
dall’amore che sento verso la vita e la sua bellezza, verso di voi, amici carissimi, che rappresentate
in quel mio custodire affetto nei vostri confronti, il contatto fondamentale verso la poesia e la sua intelligenza,
verso la musica assemblata all’emozionalità di un momento.
Voi, che mi avete dato la possibilità di spalancare le porte del cuore su quello che io considero un
momento straordinario della mia espressione artistica, “Gli amori son finestre“, il disco dal vivo che
inseguivo da anni e che considero il mio miglior amico, quello con cui litigo e a cui confesso
i miei dubbi, le mie gioie e i miei silenzi, il futuro e il passato, le storie e le vertigini, il pianto e la vita.
Vi voglio davvero bene.
Pino
Quest’equilibrio, attraversando con gioia e felicità la sospensione cosmica legata al nostro sorriso
più nascosto, ci restituisce quello spirito positivo capace d’infondere nelle persone che conosciamo,
la voglia di capire il senso della vita, quella voglia capace di dare più spazio ai valori che ci
appartengono e che danno fiato a quel nostro correre con l’animo in mano, pronti a superare quegli
“esami che non finiscono mai”, per raccontare alla storia i momenti vincenti e gli attimi di
scoramento come un unico calore, pronto nelle mani, pronto nello spazio sensibile e utile di un
sempre nuovo domani, pronto a candidare la luna come faro indiscusso sull’infinito.
Un augurio, amici miei, è un equilibrio che nasce spontaneo nel saper riconoscere in una canzone,
in un quadro, in un tramonto, in una giornata uggiosa, in una voce, in una persona o nel rumore di
un silenzio la bellezza del vivere e del nutrire la dinastia dell’amore con la facilità dell’attimo che ci
sorprende; saperne intuire il dolore e la lacrima di sottofondo, l’azzurro più attento e il peccato
distratto, salutandolo come si saluta un amico, dedicandogli un sano confronto come si fa con lo
sguardo quando riaggancia il pensiero e ne stimola la sequenza dei sensi.
Un augurio non è necessariamente, secondo il mio punto di vista, un abbraccio affettuoso per un
nuovo anno ma, probabilmente, è un abbraccio viscerale del cuore, convinto di crescere coscienza e
volontà della mente traversandone il percorso comune, come un’acqua che diventa fiume impetuoso
o come una neve che nel suo abbraccio penetra la terra senza farsi sentire.
Un augurio è un dono che abbiamo e che possiamo e dobbiamo trasmettere quotidianamente,
quasi come fosse un bisogno. E’ la costruzione del nostro vivere contro il nostro morire.
E’ la ricchezza del sapere accettare sconfitte e passioni, illusioni e certezze separando il gusto del bene dal non capire.
Un augurio è la morbidezza dell’anima quando ci avvolge e ci descrive l’amore nel suo vero significato.
E’ il capire e far capire che non esistono persone diverse da noi ma solo persone come noi.
E’ il capire e far capire che la Terra è degli esseri umani e non di alcuni esseri umani.
E’ il capire e far capire che le guerre hanno inizio nel momento in cui non riconosciamo nel nostro
prossimo quello che noi stessi siamo e che, quindi la guerra è solo un non ammettere a noi stessi
il disamore che abbiamo nei confronti di noi stessi.
Il mio non vuole essere un sermone, non mi permetterei mai, ma solo un augurio dettato dal cuore e
dall’amore che sento verso la vita e la sua bellezza, verso di voi, amici carissimi, che rappresentate
in quel mio custodire affetto nei vostri confronti, il contatto fondamentale verso la poesia e la sua intelligenza,
verso la musica assemblata all’emozionalità di un momento.
Voi, che mi avete dato la possibilità di spalancare le porte del cuore su quello che io considero un
momento straordinario della mia espressione artistica, “Gli amori son finestre“, il disco dal vivo che
inseguivo da anni e che considero il mio miglior amico, quello con cui litigo e a cui confesso
i miei dubbi, le mie gioie e i miei silenzi, il futuro e il passato, le storie e le vertigini, il pianto e la vita.
Vi voglio davvero bene.
Pino