Grazie dalla terra degli aquiloni, dallo spazio infinito che insegue il punto più piccolo.
Grazie dai concerti dell’ultimo tour, vissuti con l’amore più grande, dove la festa del cuore era una stoffa leggera fatta di voglia d’ascoltare con la vita che ci attraversava, col passaggio dei sensi in movimento.
Grazie per la difficoltà diventata capacità di stupirsi e per l’energia diventata lacrime e pianto di gioia.
Grazie per la forza contrappesa all’applauso a scena aperta e per quello infinito di ogni finale.
Grazie per aver vissuto ( a detta di molti di voi ) questo tour come il più bel tour della mia carriera e per aver dato a me, a Carlo e a Rocco, la possibilità di viverlo nello stesso, identico modo.
Sono fiero del vostro entusiasmo e di quel vostro riuscire a dare alla bellezza del dialogo la fiducia
del dare e dell’avere ogniqualvolta l’emozione s’innesta nel vivo di un canto sanguigno che, dalle tavole di un teatro sale verso la volta più alta spingendosi verso il cielo.
La volontà, da parte nostra e vostra, di sperimentare il sogno. Tale sperimentazione parte dal sudore della pelle che, attirando ogni piccola o grande espressione musicale delle chitarre di Carlo, ne concretizza la caparbietà delle dita nell’accogliere l’essenza della voce, allargandone il volteggio nella disperazione, che dalla delicatezza straripa nell’urlo d’amore più impervio dove ogni nota cattura il dono del volo a strapiombo.
Grazie per aver percepito ogni suono delle tastiere proprio come una ricerca fatta di metodo e anima alla quale la vocalità non può sottrarsi ma solo concordare un percorso che, di volta in volta, trova un nuovo cammino su cui scivolare con la calma degli sguardi e la velocità dei ritmi scomposti su cui le canzoni trovano nuovi sorrisi, snelli e fragili, su cui raccontare la vita infinita del crescere insieme in una terra dai colori sospesi, sospesi come nuvole prese per mano.
Cancelli aperti da sempre ma attraversati sempre troppo poco.
Grazie per aver ritrovato in questi concerti il vostro e il mio sapore, quello che sa di aquiloni di carta-velina su cui poggiare una guancia e socchiudere gli occhi per vedere un momento andaluso scomporsi con un rock ricamato d’Irlanda, oppure un Mediterraneo vestito di fado che insegue un tormento di antico pudore iniziale, fissandosi nell’abbraccio con lo stupore del momento successivo. Il pop più serenamente godibile che lascia spazio, facilmente, a un momento di jazz improvvisato.
La corsa verso un rifugio di musica segreta, come in un nascondiglio di passioni dove i movimenti del corpo s’ingegnano nella rappresentazione d’un magico innesto di parole e di suono.
Lasciare, insomma, alla musica la possibilità di gioire con la forza d’un gladiatore vincitore, poiché è nell’arena del cuore che si vincono, senza porsi troppi problemi, le battaglie dell’anima.
L’augurio di serena alleanza possa riempire la serenità delle giornate che vi osservano e vi cercano.
Dalla Terra degli Aquiloni, con affetto sincero.
Mango
P.S. Avrei voluto continuare con i concerti in teatro, come anticipato alla fine del tour, ma purtroppo non mi è stato possibile dare il nullaosta all’avvio di nuove date in quanto la crisi economica, amici miei, ha ormai colpito, come potete immaginare, anche il nostro settore e il rischio di trovarmi di fronte solo le poltrone del teatro, onestamente non ha riempito il mio entusiasmo. Spero di potermi esprimere ancora con un tour di una quindicina di date quest’estate, magari in posti particolari, anfiteatri etc.etc.
Voglio, poi, iniziare a lavorare sul nuovo disco, anche se, come ben sapete la discografia non esiste più, perlomeno per quanto riguarda la vendita dei dischi, anche se, come ben sapete ancora, io resto dell’idea che la qualità alla fine paghi sempre.
Mi piace molto l’idea di produrre un “ Acchiappanuvole 2 “ in cui immergermi per riprovare tutte le emozioni vissute col primo lavoro.
La meraviglia del poter percepire intensità e sensazioni di altri per farle mie e viverle sulla mia pelle, salutandone con voglioso entusiasmo ogni accordo o melodia che abbia voglia di trasferirsi in me per cercare nuova fiducia e intraprendere col sottoscritto e i miei amici un cammino sconosciuto.
La mia voce farà salti di gioia quando saprà di questa mia decisione, come fece con il primo “Acchiappanuvole”, poiché, in tal modo, potrà esprimersi al meglio delle sue capacità, dato che la scelta dei brani o meglio delle emozioni sarà affidata solo ed esclusivamente a lei. Lei sarà giudice e arbitro nella scelta d’ogni vestito che dovrà indossare e ogni espressione sarà legata alla sensibilità partoriente dal suo calarsi nell’anima d’ogni canzone. Sarà lei a decidere il pianto da concimare e il sorriso a cui appartenere, preferendone la pura coscienza come un mare in agguato sulla capacità dei sensi.
Spero, poi, di chiudere per l’autunno il nuovo libro di poesie, altro momento di intimo orgoglio, a cui tengo molto, dove le tragedie s’intrecciano con le storie dei sentimenti attraverso le commedie quotidiane fino a rendere la fantasia prezioso punto d’incontro tra i fiori nuovi e i fiori più consumati. La poesia è un bene prezioso, per me è un innamoramento mai finito, è come lo scoppio d’un glicine quando non ne può più di nascondersi alla primavera e allora il suo profumo scivola dai grappoli fino ad aggrapparsi all’aria sottostante che con un soffio leggero leggero lo sposterà verso un paesaggio di costiera appena dipinto.
Non tutti amano la poesia, anzi alla maggior parte delle persone sembra non piacere affatto, però io credo che, il più delle volte, si tratti, non di scarsa sensibilità verso questa nobile arte, ma d’una mancata abitudine all’analisi intima dei colori che danno all’arcobaleno dei sentimenti la vera tonalità del vivere. Per cui, forse tutti amiamo la poesia, quella vera e inconfondibile, ma forse non tutti sappiamo riconoscerne il momento.
Altro punto d’arrivo e di partenza per quest’anno è la pubblicazione del mio primo romanzo.
Anche questa sarà per me un’emozione veramente forte in cui la scrittura si eleverà a manifesto d’un percorso espressivo fatto di luce e vigore in cui l’elemento fantastico sarà padrone del cuore in tutte le sue vicende terrene, e l’amore sarà l’asfalto nuovo su cui smaltire l’alta velocità della vita.
E l’amore che radico sui miei fianchi sarà il codice delle mie parole per garantire quell’oggi che mi necessita, che mi emoziona pensando al domani, con tutti i suoi punti di domanda e le sue mancate risposte.
Con un affetto ancor più maturo il saluto che v’appartiene.
Mango
Grazie dai concerti dell’ultimo tour, vissuti con l’amore più grande, dove la festa del cuore era una stoffa leggera fatta di voglia d’ascoltare con la vita che ci attraversava, col passaggio dei sensi in movimento.
Grazie per la difficoltà diventata capacità di stupirsi e per l’energia diventata lacrime e pianto di gioia.
Grazie per la forza contrappesa all’applauso a scena aperta e per quello infinito di ogni finale.
Grazie per aver vissuto ( a detta di molti di voi ) questo tour come il più bel tour della mia carriera e per aver dato a me, a Carlo e a Rocco, la possibilità di viverlo nello stesso, identico modo.
Sono fiero del vostro entusiasmo e di quel vostro riuscire a dare alla bellezza del dialogo la fiducia
del dare e dell’avere ogniqualvolta l’emozione s’innesta nel vivo di un canto sanguigno che, dalle tavole di un teatro sale verso la volta più alta spingendosi verso il cielo.
La volontà, da parte nostra e vostra, di sperimentare il sogno. Tale sperimentazione parte dal sudore della pelle che, attirando ogni piccola o grande espressione musicale delle chitarre di Carlo, ne concretizza la caparbietà delle dita nell’accogliere l’essenza della voce, allargandone il volteggio nella disperazione, che dalla delicatezza straripa nell’urlo d’amore più impervio dove ogni nota cattura il dono del volo a strapiombo.
Grazie per aver percepito ogni suono delle tastiere proprio come una ricerca fatta di metodo e anima alla quale la vocalità non può sottrarsi ma solo concordare un percorso che, di volta in volta, trova un nuovo cammino su cui scivolare con la calma degli sguardi e la velocità dei ritmi scomposti su cui le canzoni trovano nuovi sorrisi, snelli e fragili, su cui raccontare la vita infinita del crescere insieme in una terra dai colori sospesi, sospesi come nuvole prese per mano.
Cancelli aperti da sempre ma attraversati sempre troppo poco.
Grazie per aver ritrovato in questi concerti il vostro e il mio sapore, quello che sa di aquiloni di carta-velina su cui poggiare una guancia e socchiudere gli occhi per vedere un momento andaluso scomporsi con un rock ricamato d’Irlanda, oppure un Mediterraneo vestito di fado che insegue un tormento di antico pudore iniziale, fissandosi nell’abbraccio con lo stupore del momento successivo. Il pop più serenamente godibile che lascia spazio, facilmente, a un momento di jazz improvvisato.
La corsa verso un rifugio di musica segreta, come in un nascondiglio di passioni dove i movimenti del corpo s’ingegnano nella rappresentazione d’un magico innesto di parole e di suono.
Lasciare, insomma, alla musica la possibilità di gioire con la forza d’un gladiatore vincitore, poiché è nell’arena del cuore che si vincono, senza porsi troppi problemi, le battaglie dell’anima.
L’augurio di serena alleanza possa riempire la serenità delle giornate che vi osservano e vi cercano.
Dalla Terra degli Aquiloni, con affetto sincero.
Mango
P.S. Avrei voluto continuare con i concerti in teatro, come anticipato alla fine del tour, ma purtroppo non mi è stato possibile dare il nullaosta all’avvio di nuove date in quanto la crisi economica, amici miei, ha ormai colpito, come potete immaginare, anche il nostro settore e il rischio di trovarmi di fronte solo le poltrone del teatro, onestamente non ha riempito il mio entusiasmo. Spero di potermi esprimere ancora con un tour di una quindicina di date quest’estate, magari in posti particolari, anfiteatri etc.etc.
Voglio, poi, iniziare a lavorare sul nuovo disco, anche se, come ben sapete la discografia non esiste più, perlomeno per quanto riguarda la vendita dei dischi, anche se, come ben sapete ancora, io resto dell’idea che la qualità alla fine paghi sempre.
Mi piace molto l’idea di produrre un “ Acchiappanuvole 2 “ in cui immergermi per riprovare tutte le emozioni vissute col primo lavoro.
La meraviglia del poter percepire intensità e sensazioni di altri per farle mie e viverle sulla mia pelle, salutandone con voglioso entusiasmo ogni accordo o melodia che abbia voglia di trasferirsi in me per cercare nuova fiducia e intraprendere col sottoscritto e i miei amici un cammino sconosciuto.
La mia voce farà salti di gioia quando saprà di questa mia decisione, come fece con il primo “Acchiappanuvole”, poiché, in tal modo, potrà esprimersi al meglio delle sue capacità, dato che la scelta dei brani o meglio delle emozioni sarà affidata solo ed esclusivamente a lei. Lei sarà giudice e arbitro nella scelta d’ogni vestito che dovrà indossare e ogni espressione sarà legata alla sensibilità partoriente dal suo calarsi nell’anima d’ogni canzone. Sarà lei a decidere il pianto da concimare e il sorriso a cui appartenere, preferendone la pura coscienza come un mare in agguato sulla capacità dei sensi.
Spero, poi, di chiudere per l’autunno il nuovo libro di poesie, altro momento di intimo orgoglio, a cui tengo molto, dove le tragedie s’intrecciano con le storie dei sentimenti attraverso le commedie quotidiane fino a rendere la fantasia prezioso punto d’incontro tra i fiori nuovi e i fiori più consumati. La poesia è un bene prezioso, per me è un innamoramento mai finito, è come lo scoppio d’un glicine quando non ne può più di nascondersi alla primavera e allora il suo profumo scivola dai grappoli fino ad aggrapparsi all’aria sottostante che con un soffio leggero leggero lo sposterà verso un paesaggio di costiera appena dipinto.
Non tutti amano la poesia, anzi alla maggior parte delle persone sembra non piacere affatto, però io credo che, il più delle volte, si tratti, non di scarsa sensibilità verso questa nobile arte, ma d’una mancata abitudine all’analisi intima dei colori che danno all’arcobaleno dei sentimenti la vera tonalità del vivere. Per cui, forse tutti amiamo la poesia, quella vera e inconfondibile, ma forse non tutti sappiamo riconoscerne il momento.
Altro punto d’arrivo e di partenza per quest’anno è la pubblicazione del mio primo romanzo.
Anche questa sarà per me un’emozione veramente forte in cui la scrittura si eleverà a manifesto d’un percorso espressivo fatto di luce e vigore in cui l’elemento fantastico sarà padrone del cuore in tutte le sue vicende terrene, e l’amore sarà l’asfalto nuovo su cui smaltire l’alta velocità della vita.
E l’amore che radico sui miei fianchi sarà il codice delle mie parole per garantire quell’oggi che mi necessita, che mi emoziona pensando al domani, con tutti i suoi punti di domanda e le sue mancate risposte.
Con un affetto ancor più maturo il saluto che v’appartiene.
Mango