Il dissenso è il diritto di ciascuno di esprimere una divergenza rispetto ad un pensiero o un’azione.
Capita che a volte tale diritto si trasformi nelle mani di alcuni sedicenti fautori della democrazia (o anarchia?) in un’ arma per vendicare vecchi rancori, in uno strumento scordato per far stonare un coro, in una bevanda avvelenata per dissetare un odio.
Ma le trappole per topi vanno bene per chi vuole lasciarsi catturare, e le tele tessute da ragni rabbiosi hanno fili troppo fragili per poter continuare ad ordire garze imbevute di veleno.
Anche i virus della malafede sono facilmente individuabili da menti autonome.
Anticipando interrogativi e supposizioni fuorvianti, rispondo prima che sia formulata la domanda (“che avrà voluto dire?”) ed esco dalla metafora per entrare in un girone dantesco di bassa lega (mi perdoni Dante per l’accostamento blasfemo della Sua Arte a tali quisquilie partorite da piccole menti).
Si sta consumando un’opera di demolizione imbarazzante ai danni di Mango in altri “lidi”, degna per la verità di ben altre cause (specialmente quelle perse!), nel nome di una libertà di parola e di opinione che non è altro che la negazione di se stessa.
Un malinteso senso della libertà, confusa col pettegolezzo e la maldicenza, avanza ipotesi e illazioni oltre i limiti della decenza, fruga in cassetti non propri, innalza sacrari e pontifica templi, imbrattando persone e sentimenti.
Senza pudore si rovista nelle dimore di una coscienza schiva,
senza ritegno si perquisisce l’anima di chi ha sempre preservato le sue stanze da luci troppo abbaglianti,
senza pietà si indaga in ciò che vi è di più sacro: la propria intimità.
Con l’astuzia di una vecchia volpe si gioca a nascondino su verità presunte, con la scaltrezza di paparazzi senza scrupoli si fa riferimento a frasi ed episodi estrapolati da un contesto, con la malizia di pseudo-giornalisti falliti si scattano diapositive dal buco della serratura.
Ma qual è il prezzo da pagare?
Ma c’è un prezzo da pagare?
Ma per che cosa poi?
Mango non ha bisogno di avvocati difensori né di burattini a cui tirare i fili…io non mi sento né l’uno né l’altro: non ho studiato legge e non permetto a nessuno di manovrarmi.
Semplicemente esprimo dissenso se dissento, amore se amo, sdegno se disdegno.
E’ da qui che nasciamo: continuiamo a cantare la Sua musica, a respirare la Sua arte, a viverci la Sua poesia...è l'unico modo che abbiamo per far scorrere un'altra acqua, la nostra.
Annapaola
Capita che a volte tale diritto si trasformi nelle mani di alcuni sedicenti fautori della democrazia (o anarchia?) in un’ arma per vendicare vecchi rancori, in uno strumento scordato per far stonare un coro, in una bevanda avvelenata per dissetare un odio.
Ma le trappole per topi vanno bene per chi vuole lasciarsi catturare, e le tele tessute da ragni rabbiosi hanno fili troppo fragili per poter continuare ad ordire garze imbevute di veleno.
Anche i virus della malafede sono facilmente individuabili da menti autonome.
Anticipando interrogativi e supposizioni fuorvianti, rispondo prima che sia formulata la domanda (“che avrà voluto dire?”) ed esco dalla metafora per entrare in un girone dantesco di bassa lega (mi perdoni Dante per l’accostamento blasfemo della Sua Arte a tali quisquilie partorite da piccole menti).
Si sta consumando un’opera di demolizione imbarazzante ai danni di Mango in altri “lidi”, degna per la verità di ben altre cause (specialmente quelle perse!), nel nome di una libertà di parola e di opinione che non è altro che la negazione di se stessa.
Un malinteso senso della libertà, confusa col pettegolezzo e la maldicenza, avanza ipotesi e illazioni oltre i limiti della decenza, fruga in cassetti non propri, innalza sacrari e pontifica templi, imbrattando persone e sentimenti.
Senza pudore si rovista nelle dimore di una coscienza schiva,
senza ritegno si perquisisce l’anima di chi ha sempre preservato le sue stanze da luci troppo abbaglianti,
senza pietà si indaga in ciò che vi è di più sacro: la propria intimità.
Con l’astuzia di una vecchia volpe si gioca a nascondino su verità presunte, con la scaltrezza di paparazzi senza scrupoli si fa riferimento a frasi ed episodi estrapolati da un contesto, con la malizia di pseudo-giornalisti falliti si scattano diapositive dal buco della serratura.
Ma qual è il prezzo da pagare?
Ma c’è un prezzo da pagare?
Ma per che cosa poi?
Mango non ha bisogno di avvocati difensori né di burattini a cui tirare i fili…io non mi sento né l’uno né l’altro: non ho studiato legge e non permetto a nessuno di manovrarmi.
Semplicemente esprimo dissenso se dissento, amore se amo, sdegno se disdegno.
E’ da qui che nasciamo: continuiamo a cantare la Sua musica, a respirare la Sua arte, a viverci la Sua poesia...è l'unico modo che abbiamo per far scorrere un'altra acqua, la nostra.
Annapaola